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martedì 17 maggio 2016

UNA FIRMA per abolire le sanzioni ai siriani

Lo scopo della petizione ''Basta Sanzioni alla Siria'' lanciata sulla piattaforma 'Change.org' è attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e della politica sul problema dell'embargo. Le sanzioni potrebbero essere rinnovate lunedì 23 maggio quando si riunirà il Consiglio Europeo con rappresentanti dei governi, ministri o sottosegretari.  E' sufficiente che un solo membro si opponga al rinnovo perché le sanzioni vengano sospese.
La guerra e le sanzioni non lasciano altro scampo ai siriani che la fuga. Lo spiega l'appello delle religiose e dei religiosi siriani, impegnati ogni giorno a soccorrere le popolazioni, i superstiti di Aleppo come i milioni di sfollati interni: essi chiedono una possibilità dignitosa di restare nella propria terra.

Vi invitiamo dunque a firmare e a diffondere tra tutti i vostri conoscenti la petizione, che trovate qui:

Nel 2011 l’Unione Europea, varò le sanzioni contro la Siria, presentandole come “sanzioni a personaggi del regime”, che  imponevano al Paese l’embargo del petrolio, il blocco di ogni transazione finanziaria e il divieto di commerciare moltissimi beni e prodotti. Una misura che dura ancora oggi, anche se, con decisione alquanto inspiegabile, nel 2012 veniva rimosso l’embargo del petrolio dalle aree controllate dall’opposizione armata e jihadista, allo scopo di fornire risorse economiche alle cosiddette “forze rivoluzionarie e dell’opposizione”.
In questi cinque anni le sanzioni alla Siria hanno contribuito a distruggere la società siriana condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l’attivismo delle milizie combattenti integraliste e terroriste che oggi colpiscono anche in Europa. E si aggiungono a una guerra, che ha già comportato 250.000 morti e sei milioni di profughi.
La situazione in Siria è disperata. Carenza di generi alimentari, disoccupazione generalizzata, impossibilità di cure mediche, razionamento di acqua potabile, di elettricità. Non solo, l’embargo rende anche impossibile per i siriani stabilitisi all’estero già prima della guerra di spedire denaro ai loro parenti o familiari rimasti in patria. Anche le organizzazioni non governative impegnate in programmi di assistenza sono impossibilitate a spedire denaro ai loro operatori in Siria. Aziende, centrali elettriche, acquedotti, reparti ospedalieri sono costretti a chiudere per l’impossibilità di procurarsi un qualche pezzo di ricambio o benzina.
Oggi i siriani vedono la possibilità di un futuro vivibile per le loro famiglie solo scappando dalla loro terra. Ma, come si vede, anche questa soluzione incontra non poche difficoltà e causa accese controversie all’interno dell’Unione europea. Né può essere la fuga l’unica soluzione che la comunità internazionale sa proporre a questa povera gente.
Così sosteniamo tutte le iniziative umanitarie e di pace che la comunità internazionale sta attuando, in particolare attraverso i difficili negoziati di Ginevra, ma in attesa e nella speranza che tali attese trovino concreta risposta, dopo tante amare delusioni, chiediamo che le sanzioni  che toccano la vita quotidiana di ogni siriano siano immediatamente tolte. L’attesa della sospirata pace non può essere disgiunta da una concreta sollecitudine per quanti oggi soffrono a causa di un embargo il cui peso ricade su un intero popolo.
Non solo:  la retorica sui profughi che scappano dalla guerra siriana appare ipocrita se nello stesso tempo si continua ad affamare, impedire le cure, negare l’acqua potabile, il lavoro, la sicurezza, la dignità a chi rimane in Siria.
Così ci rivolgiamo ai parlamentari e ai sindaci di ogni Paese affinché l’iniquità delle sanzioni alla Siria sia resa nota ai cittadini dell’Unione Europea (oggi assolutamente ignari) e diventi, finalmente,  oggetto di un serio dibattito e di conseguenti deliberazioni.
 FIRMATARI
Padre Georges Abou Khazen – Vicario apostolico dei Latini ad Aleppo
Padre Pierbattista Pizzaballa  - Emerito Custode di Terrasanta
Padre Joseph Tobji  - Arcivescovo maronita di Aleppo
Padre Boutros Marayati- Vescovo armeno di Aleppo
Suore della Congregazione di San Giuseppe dell'Apparizione dell'Ospedale “Saint Louis” di Aleppo
Comunità Monache Trappiste in Siria
Dottor Nabil Antaki – Medico, ad Aleppo, dei Fratelli Maristi
Suore della  Congregazione del Perpetuo Soccorso - Centro per minori e orfani sfollati di Marmarita
Padre Firas Loufti - Francescano
Monsignor Jean-Clément Jeanbart - Arcivescovo greco-cattolico di Aleppo  
Monsignor Jacques Behnan Hindo – Vescovo siro-cattolico di Hassakè-Nisibi

Padre Mtanios Haddad – Archimandrita della chiesa Cattolica-Melchita e Procuratore patriarcale

Mons. Hilarion Capucci – Arcivescovo emerito della Chiesa greco-cattolico melchita

S.B. Ignace Youssef III Younan Patriarca di Antiochia dei Siri

Mgr.Georges Masri, Procuratore presso la Santa Sede della Chiesa Siro-cattolica

S.B. Gregorio III Laham – Patriarca dei Melchiti

domenica 15 maggio 2016

Consacrazione della città martire Aleppo al Cuore Immacolato di Maria

Venerdì 13 maggio,  nella parrocchia latina di san Francesco si è svolta  “la solenne consacrazione della Siria e, in particolare di Aleppo, al Cuore immacolato di Maria”. I capi delle diverse comunità cristiane, vescovi, sacerdoti e fedeli, si sono riuniti alle 5.30 in chiesa per il rosario e, alle 6, per la messa solenne, con la consacrazione a Maria.


"Nostra santa Madre tu che hai offerto il tuo cuore puro per accogliere Dio il Verbo Incarnato, eccoci ci affidiamo a te. Ti affidiamo tutta la nostra vita, tutto quello che possediamo, tutto quello che noi amiamo, tutte le nostre prove. Ti offriamo i nostri corpi per purificarli,  i nostri cuori e le nostre anime per benedirli. Ti offriamo il nostro presente e futuro, le nostre case e le nostre famiglie, la nostra patria per ricolmarla attraverso la Pace di Cristo.
Ti affidiamo tutto quello che c'è in noi e intorno a noi ricevendo la tua protezione e benedizione materna. Che questa consacrazione dia i suoi frutti e permanga. Noi ti supplichiamo santa Madre di offrirci a tuo figlio Gesù perchè ci colmi della sua grazia che ci aiuti a vivere una vita divina. 

Rinnoviamo ai tuoi piedi le nostre professioni di fede. 
Noi ti promettiamo di testimoniare con coraggio le verità della nostra Santa Fede Cristiana, e vivere il comandamento di Dio specialmente la carità. Senza dimenticare di partecipare all'Eucaristia divina,  la Santa Comunione, al sacramento della riconciliazione e vivere le virtù cristiane. 
Infine noi ti promettiamo di diffondere ovunque la consacrazione al tuo Cuore puro per anticipare il ritorno del regno del Sacro Cuore di tuo Figlio nei nostri cuori, i cuori di ogni uomo, nella nostra città di Aleppo, il nostro paese, la Siria e in tutto il mondo come in cielo così in terra, 
amen."

Tradotto dall'arabo da Claude Zerez

mercoledì 11 maggio 2016

Le sanzioni uccidono e spingono alla fuga il popolo siriano: l'Italia le rinnoverà?


La Nuova Bussola Quotidiana
di Robi Ronza

 L’urgenza di porre termine alle sanzioni contro la Siria, imposte dalle potenze occidentali tra cui l’Italia, è drammaticamente emersa l’altra sera dalla testimonianza a Milano del Vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen.
 Al pubblico che gremiva l’auditorium “Giorgio Gaber” non è però sfuggita l’assurdità di tali sanzioni di cui ancora una volta fa le spese la gente comune, e non il governo che così si vorrebbe colpire. Mentre per definizione il traffico clandestino di armi non ne viene affatto frenato, a causa di esse l’interscambio di beni indispensabili si deforma passando dal legittimo commercio al contrabbando, e la solidarietà familiare e civile viene costretta all’illegalità. Alcuni esempi: a seguito del conseguente blocco dei trasferimenti di denaro verso la Siria, per posta o a mezzo banca, i siriani stabiliti all’estero già da prima dell’inizio della guerra, tra cui non mancano professionisti qualificati e imprenditori di successo, non possono spedire denaro ai loro parenti in patria. Per questo motivo può accadere che a dei figli o nipoti residenti in Europa o negli Usa sia impedito di dare sostegno a genitori anziani o nonni bisognosi di cure e di assistenza. Un gran numero di giovani, che frequentavano università europee o americane grazie a borse di studio offerte dal governo o da altri enti siriani, hanno poi dovuto interrompere gli studi perché tali borse sono state bloccate. 

Si potrebbe continuare l’elenco aggiungendo che ad esempio le organizzazioni non governative impegnate in programmi di assistenza non possono più spedire legalmente denaro ai loro operatori in Siria; e che alle missioni archeologiche occidentali, già attive in Siria, non è più possibile stipendiare collaboratori e custodi che altrimenti avrebbero potuto contrastare il saccheggio degli scavi e dei musei. Senza poi dimenticare che le sanzioni contro la Siria (come anche quelle contro la Russia) colpiscono in modo molto specifico l’export dell’Italia. Per fare un esempio che riguarda la Siria, l’industria tessile della regione di Aleppo, spazzata via da degli insorti che erano in pratica forze di invasione, lavorava molto spesso avvalendosi di assistenza tecnica italiana e di macchinari importati dall’Italia. 

Quella che in Occidente è presentata come una guerra contro il regime di Assad per buoni motivi viene vista da molti siriani come una guerra contro il loro Paese, la sua società e la sua economia. Nel vuoto ostile che si è aperto ha buon gioco la Russia, che molti vedono come l’unica grande potenza che, sia pure anche per suoi interessi, sta realmente puntando a una soluzione non catastrofica della crisi. Nel suo discorso mons. Abou Khazen ha poi pure sottolineato quanto ai tanti professionisti e tecnici siriani che si sono laureati in Europa, e che perciò bene ne conoscono lingue e culture, dispiaccia tra l’altro la rottura delle relazioni non solo diplomatiche ma anche culturali con i Paesi dove hanno vissuto e studiato: sono state chiuse infatti non solo le ambasciate, ma anche gli istituti di lingua e cultura ad esse collegati. “Con la chiusura del consolato d’Italia ad Aleppo, erede di una rappresentanza diplomatica che la Repubblica di Venezia aveva aperto nella città già nel secolo XVI,” ha osservato mons. Abou Khazen, “si è interrotta una presenza secolare”. 

Tanto più tenendo conto di come stanno adesso le cose, a nostro avviso le sanzioni contro la Siria vanno sospese. E’ una decisione che si può prendere a prescindere dai negoziati di pace in corso, con i quali non interferisce. Rinnovate per un anno dal Consiglio Europeo nel maggio 2015, tali sanzioni scadono il 1° giugno prossimo. E’ dunque il momento di ricominciare a parlarne. 
E’ troppo augurarsi che il nostro governo prenda posizione contro il loro rinnovo dimostrando, non solo a parole ma anche con i fatti, la sua conclamata volontà di impegnarsi per la pace e lo sviluppo dei Paesi del Mediterraneo? Una pace e uno sviluppo che sono tra l’altro nel pieno interesse dell’Italia.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-giunta-lora-di-rimuovere-le-sanzioni-alla-siria-15994.htm


Al link di seguito il comunicato che informa che le sanzioni del maggio 2015 sono rinnovate fino al 1 giugno 2016:

Riceviamo questo messaggio:
Il 1° giugno scadono le sanzioni alla Siria e probabilmente saranno rinnovate  quando si riuniranno i rappresentanti degli esteri, ambasciatori o ministri, dei paesi dell' Unione europea. Per rinnovarle dovrebbe essere necessaria l' unanimità, per cui l'Italia se volesse potrebbe impedire nuove sanzioni. L' embargo alla Siria determina ulteriori sofferenze a un popolo che vive già una situazione tragica. Ogni retorica sui migranti che scappano dalla guerra siriana è ipocrita e falsa se nello stesso tempo cerchiamo di affamare, impedire le cure, negare il riscaldamento a chi rimane in Siria. 
Non so se in questi 15 giorni riusciremo a mettere in piedi qualche iniziativa per chiedere l' abolizione delle sanzioni: sarebbe giusto, utile e necessario. Sicuramente anche ognuno di noi, da solo, può far girare le notizie sull' embargo, sul web ma anche a voce con amici e parenti.  
E' giusto fare il possibile, fare poco è comunque meglio di non fare niente. 
Marco Palombo



LEGGI ALTRE TESTIMONIANZE E APPELLI A  RIMUOVERE L'EMBARGO CONTRO IL POPOLO  SIRIANO:

"Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo"  Testimonianza delle Monache Trappiste dalla Siria lacerata dal conflitto  http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/crudele-ipocrisia-delle-sanzioni-la.html

Quei bimbi siriani uccisi  dall' embargo  http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/bimbi-siriani.aspx

 Pierre Merjaneh commenta la situazione: "parlano di sanzioni economiche, ma sono in realtà sanzioni umanitarie "… 

Le Monache siriane: "Vi chiediamo, operate per la cessazione delle inique sanzioni che uccidono la nostra gente"  http://oraprosiria.blogspot.it/2015/07/le-monache-siriane-vi-chiediamo-operate.html

«La speranza non si uccide solo con il fucile, ma anche con le sanzioni» 

-  SPEZZIAMO L'EMBARGO L’Italia abbia coraggio, per i siriani  http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/spezziamo-embargo-siria.aspx

Il Patriarca Younan: "Le sanzioni alla Siria sono peggio di una guerra"  https://it.zenit.org/articles/le-sanzioni-alla-siria-sono-peggio-di-una-guerra/

-  «Mandate alimenti e vestiti ma firmate l’embargo contro la Siria. Denunciate le violenze dei jihadisti e poi li armate»  http://www.tempi.it/occidente-deve-fermare-la-guerra-in-siria-agendo-sulle-cause-non-curarne-gli-effetti-nei-suoi-confini#.VzM-RoSLSM9

-  La ricetta dell’Italia per la Siria, sanzioni e fornitura di armamenti ai ribelli?  http://www.vietatoparlare.it/la-ricetta-dellitalia-per-la-siria-sanzioni-e-fornitura-di-armamenti-ai-ribelli/

L’embargo internazionale impedisce l’esportazione, i prezzi dei prodotti venduti sul mercato nero sono schizzati alle stelle...  
 http://www.proterrasancta.org/it/lappello-del-custode-di-terra-santa-emergenza-siria/

sabato 7 maggio 2016

“Per te preghiamo, Aleppo”: 8 maggio 2016 giornata mondiale di preghiera per Aleppo


Pray for Aleppo   08/05/2016
صلِّ من أجل حلب 
Prions pour Aleppe 
Preghiamo per Aleppo 
Carissimi amici, La situazione ad Aleppo in questi ultimi tre giorni e' un poco piu' calma. Ho visitato i feriti e le case distrutte negli ultimi attacchi: che pena e dolore!  
Abbiamo indetto Domenica una giornata di preghiera per Aleppo e per la pace in Siria 
Per favore, unitevi a noi. 
Saluti da Aleppo.
+Georges Abou-Khazen


“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (MT 5,9).
Un invito a tutti i giovani del mondo e del mondo salesiano a partecipare alla giornata di preghiera per la città di ALEPPO, l’8 maggio 2016

“Per te preghiamo, Aleppo”.
Preghiamo per tutti i bambini, i giovani e gli anziani, sui quali si aggira l'ombra della morte:

O Regina della Pace, prega per noi.

O Principe della Pace, dona a noi la Pace.

mercoledì 4 maggio 2016

"L'ultimo pediatra"?? I Cristiani di Aleppo e l’informazione unilaterale

Aleppo - La disinformazione continua. 

da Nabil Antaki, dei fratelli Maristi



Abbiamo chiesto al Dr. Nabil Antaki se le informazioni riportate da una settimana sulla situazione in Aleppo corrispondono a quello che accade lì.  Ecco la sua risposta:

A tal proposito, ultimamente mi rendo conto che i media continuano a mentire per omissione. Dall'inizio della guerra in Aleppo 4 anni fa, essi non riportano tutti i fatti nel loro complesso.
 Aleppo è bombardata quotidianamente dal 2012 da parte di gruppi terroristici che provocano morti e feriti. Nessuno se ne è mai curato; se non per felicitarsi per il "buon lavoro che fanno" [riferendosi alla dichiarazione di Laurent Fabius].  E' tempo che l'Occidente si svegli e smetta di sostenere i terroristi.
 Noi in Aleppo siamo disgustati dalla mancanza di imparzialità e obiettività dei mezzi di comunicazione.  Parlano solo di sofferenza e perdita di vite umane nella parte orientale della città, controllata da al-Nosra, gruppo terrorista affiliato ad al-Qaeda, che hanno sempre chiamano "ribelle", il che è un modo per renderlo più rispettabile. E passano sotto silenzio le perdite e la sofferenza quotidiana nei nostri distretti occidentali di Aleppo dovuti ai bombardamenti lanciati da questi terroristi. Non parlano neanche circa il blocco e i tagli totali di acqua ed elettricità che quelli infliggono a noi ...
 I media non dicono nulla dei bombardamenti continui e della carneficina che ha avuto luogo la scorsa settimana, nella parte occidentale della città [dove il dottor Nabil vive], dove nessun quartiere è stato risparmiato e dove ci sono ogni giorno decine di morti. Queste omissioni sono tanto più scioccanti in quanto questi nostri distretti rappresentano il 75% della superficie di Aleppo e hanno 1,5 milioni di persone - contro 300.000 nella parte orientale occupata dai gruppi terroristici.
 Questa informazione monca insinua che i terroristi che ci attaccano sono le vittime. Peggio ancora, i media hanno sviato la nostra richiesta "SAVE ALEPPO" suggerendo che questo appello chiedeva la cessazione delle ostilità da parte delle "forze di Assad". Il che è falso. Inoltre, non ci sono "forze di Assad": ci sono le forze dell'esercito regolare siriano a difesa dello Stato siriano.
Essi [i media tradizionali] potrebbero almeno avere la decenza di parlare della carneficina causata dagli attentati terroristici che hanno mietuto molte vittime. Come è successo di nuovo venerdì scorso, quando uno dei loro colpi ha colpito una moschea nell'ora della preghiera causando 15 morti e 50 feriti tra i civili. Gli attacchi e le perdite che soffriamo vengono presentati [dai media] in modo da lasciare il pubblico nell'incertezza su chi è il vero responsabile di questi crimini.
 Da tre giorni i media stanno accusando il "regime di Assad" e i russi di aver bombardato e distrutto un ospedale sostenuto dalla ONG Medici senza frontiere  ad est della città.  Essi sostengono che "l'ultimo pediatra di Aleppo" è stato ucciso nel bombardamento. Abbiamo ancora molti pediatri in Aleppo.  Ciò dimostra molto bene che, per i media, conta solo la parte orientale occupata dai ribelli, e che i tre quarti della città di Aleppo amministrati dallo stato siriano, dove praticano ancora molti pediatri, non contano.
 L'ospedale MSF menzionato non è nella lista degli ospedali siriani stabilita prima della guerra da parte del Dipartimento della Salute. Quindi, se c'è, è stato installato in un edificio dopo la guerra.  Io non credo che le forze governative o un aereo russo abbiano deliberatamente bombardato un ospedale. Non è nel loro interesse.
 Abbiamo constatato la stessa parzialità, quando il più grande ospedale di Aleppo  Al-Kindi , è stato colpito dai missili terroristici di al-Nosra e intenzionalmente bruciato nel 2013. I media non hanno prestato attenzione a questo atto criminale. Siamo disgustati e rivoltati da questa disinformazione in corso.
Nabil Antaki, 30 aprile 2016 

http://arretsurinfo.ch/alep-linformation-mensongere-continue-par-nabil-antaki/


  Il Vescovo di Aleppo Monsignor Jeanbart :
L’ULTIMO PEDIATRA? ...  Monsignor Jeanbart ha anche criticato l’informazione unilaterale: «Il governo sta cercando di liberare la città dopo che per mesi gli aleppini sono stati bombardati [dai ribelli]. Ovviamente è triste che un ospedale sia stato distrutto. Ma Medici senza frontiere ha dichiarato che l’ultimo pediatra è stato ucciso. Non è vero, ce ne sono molti altri dove più di un milione di persone vivono. Quando sentite parlare delle sofferenze di Aleppo, spesso si parla del regime che attacca i civili controllati dai ribelli. Ma è quasi sempre vero l’opposto. Non sto scusando il regime di Assad, ma non posso permettere che le menzogne continuino a informare il mondo. (…) Noi abbiamo più libertà di coloro che vivono nell’altra [metà di Aleppo]. Fino a quando non attacchi i soldati del governo, puoi anche criticare il governo e non ti succede niente. Ma se fossimo dall’altra parte, verremmo obbligati a convertirci all’islam e saremmo cittadini di serie B, senza diritti».

Missili e razzi lanciati dalla zona sotto il controllo dei ribelli ieri hanno colpito l’ospedale di Dabbi’t, centrando il reparto di ostetricia e uccidendo 17 bambini, oltre che donne e uomini.
    Padre Ibrahim, francescano:
BOMBE SUI CIVILI. ... «È il momento peggiore di Aleppo da sempre», spiega padre Ibrahim. «Abbiamo appena avuto la notizia che un ospedale è stato bombardato: si parla già di 17 vittime. Ma da mercoledì scorso a oggi le bombe cadono sulle moschee, sulle chiese, sulle case, in tutte le zone di Aleppo ovest».
È da anni che la situazione è questa, spiega il francescano, ma ora l’intensità degli attacchi è aumentata. Chi spara? «Sicuramente qui nella parte ovest, chi ci colpisce non è l’esercito, che ci difende, ma sono le milizie che non hanno accettato la pace». Si tratta «sicuramente» di un «bombardamento fondamentalista e terrorista: sono bombardamenti non contro obiettivi militari, protetti, ma contro obiettivi civili indifesi come scuole, chiese, ospedali. Un modo di terrorizzare la gente e usare questo terrore come carta da giocare nelle trattative».
STRUMENTALIZZAZIONI. Sui media internazionali è stata data la notizia che è stato colpito un ospedale pediatrico da missili russi o dell’esercito di Assad. È vera questa notizia? Cosa è accaduto? Padre Ibrahim ammette di non avere certezze sull’accaduto, di certo, sottolinea, «quando viene colpito un ospedale con bambini e donne ricoverate, questo non può essere che un crimine di guerra a cui siamo al cento per cento contrari». Quel che può dire il francescano è che si tratta di quella parte della città «dove ci sono i miliziani di al-Nusra (il nome locale di al Qaeda, ndr): si è detto che era un ospedale da campo dove curavano i terroristi feriti in azione di guerra». La Chiesa, prosegue, è contro ogni tipo di bombardamento su civili innocenti, «ma sappiamo che ci sono diverse strumentalizzazioni delle informazioni».

i Salesiani di Damasco donano il sangue per Aleppo
   Il vescovo di Aleppo, monsignor Audo:
... Eccellenza, qual è la situazione ad Aleppo? La settimana scorsa il bombardamento degli ospedali, ogni giorno nuovi attacchi...  «La situazione è drammatica: la città divisa in due, a ovest i governativi e a est i ribelli asserragliati nella città vecchia. L'80% della popolazione è senza lavoro. E i bombardamenti durano da mesi. Ma sull'ospedale vorrei dire una cosa: bisogna fare attenzione, i media occidentali parlano di Siria solo quando attacca l'esercito di Assad. Quando sparano i ribelli non ne parla nessuno. Venerdì scorso i gruppi armati dell'opposizione hanno bombardato una moschea facendo 250 fra morti e feriti. Ne avete sentito parlare?» 
Ci sono due pesi e due misure? «Certo: per l'Occidente Assad uccide i bambini e i pediatri, mentre i ribelli islamisti sono degli angeli» 
Chi paga per tutto questo? «I soldi vengono dall'Arabia Saudita, i miliziani sono armati e addestrati in Turchia».
Quindi la coalizione che combatte Isis in realtà finanzia la jihad?   «Esattamente. Questa guerra è organizzata per interessi economici e strategici ad alti livelli da Usa e Israele, secondo un accordo ben orchestrato. Ma sono loro dietro tutto: hanno i loro interessi, che difendono tramite intermediari come la Turchia, l'Arabia, il Qatar»
Sono parole molto pesanti.  «Eppure sono rapporti geopolitici chiari. I nodi sono due: la volontà di Israele di sopravvivere e quella statunitense di imporre la propria supremazia economica. Questi obiettivi sono intrecciati e per raggiungerli si punta a dividere gli avversari. Guardi cosa hanno fatto con Saddam e cosa hanno provato a fare con Assad».

lunedì 2 maggio 2016

"Aleppo sta bruciando!" : il grido e l'affidamento dei Cristiani

Dichiarazione dall'Assemblea dei Vescovi Cattolici in Aleppo



"Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che con la sua grande misericordia ci ha generato in una speranza viva mediante la Risurrezione di Gesù Cristo dai morti". (1Pt 1,3).

          Con queste sante parole, ci rivolgiamo a voi figli amati, e con voi il nostro cuore emana dolore e sofferenza, per la violenza che la nostra amata città subisce, Aleppo, la città dei martiri, i cui abitanti rimasti con pazienza e dolore, non meritano se non tutto il bene. Perciò non lasciamoci vincere dalla tristezza e dalla disperazione, perché noi siamo figli della Risurrezione, figli della Speranza, crediamo fermamente che queste sofferenze non accadranno invano, ma, sull'esempio dei Santi e dei Martiri, le facciamo partecipi con la Passione di Cristo, perché diventino sofferenze santificate e santificanti, per la pace in Siria e la salvezza della nostra città. Questo è il significato più importante della nostra rimanenza in Aleppo.

Rivolgiamo il nostro grido alle coscienze di chi progetta e di chi esegue questa guerra, dicendo: per amor di Dio BASTA! Per misericordia degli uomini BASTA! Per il grido del sangue dei bambini e dei martiri che sale a Dio BASTA! Per le lacrime delle madri in lutto BASTA! Per i dolori dei feriti BASTA! Per i senza tetto BASTA! Per quelli che non sono più in grado di nutrire i loro figli BASTA! Non è giunta l'ora dei fatti e non delle parole? Della risurrezione e non della morte in tutte le sue forme?

Annunciamo con voi figli amati, il rinnovo della consacrazione della nostra città di Aleppo, al Cuore Immacolato di Maria, Lei che aveva chiesto nelle sue apparizioni a Fatima la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato per ottenere la pace.
Cogliamo l'occasione del mese Mariano, domandando a tutti voi di offrire le preghiere, e specialmente il Rosario, nelle nostre chiese per questa intenzione; convertiti a Dio, e supplicando l'intercessione di Maria Vergine, Regina della pace, mettiamo il nostro paese Siria e la nostra città Aleppo sotto la Sua protezione.

            Chiediamo l'eterno riposo ai martiri e la pronta guarigione ai feriti, e la Pace di Dio sia con tutti voi.

Aleppo, 30 Aprile 2016

L'Assemblea dei Vescovi Cattolici in Aleppo

 Parole di un fratello Marista che vive ad Aleppo

" Tessere una tela di misericordia... "

Vergognatevi mezzi di comunicazione...
non tessete che odio... la violenza e la morte...
Tacete voi mezzi di comunicazione che festeggiate l' 8 MAGGIO 2016 la vostra giornata mondiale...
Faccio tutti i giorni l'esperienza della vostra menzogna...
Io vivo ad Aleppo..
Sono sicuro che siete voi che ci fate la guerra... Siete voi a decidere il nostro futuro.. Voi decidete della nostra vita... voi decidete della nostra morte...
Voi create l'evento della guerra dissimulata in termini pacifici... democratici e umani...
State zitti... Fateci decidere il nostro destino...
State zitti, non vi verrà consegnato il nostro segreto... la nostra volontà di vivere...
State zitti... non manipolate le immagini del nostro quotidiano...
Noi siamo un popolo che sceglie di vivere e voi, siete dei mercanti di morte...
Noi siamo un popolo che sceglie di vivere in pace e voi siete delle macchine distributrici di guerra...
Noi siamo un popolo che sceglie di essere e voi, siete in cerca di maimón...
Noi siamo un popolo che sceglie la misericordia e voi, voi siete in cerca di sangue e di vendetta...
Noi siamo un popolo che ama un solo Dio e voi, voi siete degli adoratori degli dei...
Noi viviamo nella verità e voi non vivete che della menzogna...



Messaggio di fra Ibrahim Alsabagh ad una amica:


"Amica mia, ho appena saputo che le bombe hanno ucciso due dei nostri amici: un ragazzo e un bambino. Il piccolino chiamava Said. I missili degli jihadisti non ci danno tregua. Ci sono morti ovunque, non riusciamo a raggiungere tutti. Tante famiglie se ne stanno andando, fuggono lungo la costa. So che noi frati dobbiamo rimanere per aiutare la nostra gente e so che la nostra amicizia è più forte della morte. Ce lo ha insegnato Gesù e per questo non scappiamo. Oggi però non riesco a sorridere, oggi non ce la faccio" 


Padre Ibrahim, Aleppo. 2 maggio 2016

sabato 30 aprile 2016

Aleppo: l’ospedale bombardato













Piccole Note,
29 aprile 2016

Nella notte di ieri ad Aleppo è stato bombardato un ospedale di Médecins sans frontières. L’opposizione, gli Stati Uniti e l’Onu accusano il governo di Damasco. Una trentina le vittime della strage, l’ennesima di questo mattatoio a ciclo continuo.
La vicenda è stata comunicata dai media con l’enfasi “dovuta”, un’altra occasione per rilanciare la narrazione ufficiale che vede gli intrepidi patrioti siriani lottare per la libertà contro un dittatore sanguinario, il quale ha lanciato i suoi aerei all’attacco nonostante sia in vigore il cessate il fuoco. L’obiettivo colpito ha poi dato alla notizia i contorni di un crimine di guerra.
Poco importa che tali “patrioti”, armati e supportati da una vasta coalizione internazionale, siano in realtà alleati con al Nusra, affiliata ad al Qaeda, e che tra quelle e questa, come ha ricordato l’accademico americano Juan Cole in uno scritto che abbiamo riportato, vi sia un flusso costante di armi (armi americane fornite ai “moderati” tramite sauditi e turchi). Cosa che tra l’altro avviene anche con l’Isis.
E che al Nusra, come l’Isis, non ha aderito alla cessazione delle ostilità, continuando a incrudelire sulla popolazione civile siriana e di Aleppo in particolare. Un’opera alla quale hanno partecipato, in coordinato disposto, anche fazioni “moderate” che alla tregua avevano aderito.
A tali crimini accenna Mouna Alno-Nakhal su Mondialisation,  Riportiamo: «Bisogna sapere che tra il 27 febbraio, data dell’inizio della tregua, e il 22 aprile, i servizi statistici di Aleppo hanno registrato 440 morti o feriti gravemente a causa dei colpi di mortaio dei terroristi moderati […] nelle ultime 24 ore, Aleppo ha pianto 15 morti, 120 feriti, 300 colpi sono caduti su tutti i quartieri della città senza eccezione alcuna, di cui 7 sulle moschee proprio al momento della preghiera di mezzogiorno; 60 negozi e 80 case sono state totalmente distrutte (e anche due scuole proprio prima degli esami di fine anno)».
Negli ultimi giorni, infatti, i cosiddetti “ribelli” – in realtà una legione straniera finanziata dall’estero -, hanno intensificato i loro attacchi, martellando le zone sotto il controllo governativo.
Il 25 aprile, tra l’altro, hanno festeggiato  a loro modo il genocidio armeno, ricordato il giorno precedente nei quartieri armeni della città: tali quartieri sono stati bombardati: 17 i morti, tra cui 3 bambini.
 Secondo gli abitanti del luogo a far strage sono state le milizie legate alla Turchia, Paese nel quale tale sanguinosa vicenda storica è tema sensibile. L’eccidio ha suscitato le proteste degli armeni, che hanno chiesto a gran voce ad Assad di difenderli.
 E non sono gli unici abitanti della città a chiedere al Presidente di intervenire risolutamente per porre fine allo stillicidio quotidiano, totalmente ignorato dai media occidentali, che invece sono pronti a contabilizzare, anche in eccesso, tutte le vittime delle operazioni di Damasco contro le milizie jihadiste.
Vi risparmiamo le foto dei corpi di bambini straziati dai colpi dei ribelli “moderati” che pure ci è stato dato di vedere in questi giorni grazie ad alcune fonti siriane.

Ma al di là dello sconcerto per l’oblio dei crimini compiuti dai protégé dell’Occidente e dell’enfatizzazione dei crimini altrui (peraltro quando sono i ribelli a colpire gli ospedali non fa “notizia”), resta da capire chi davvero ha compiuto la strage.
Se la propaganda occidentale e Msf accusano Damasco, Fares Shebabi. esponente di un partito non di governo al Parlamento di Damasco, ha invece affermato che l’ospedale «è stato bombardato da missili lanciati dai terroristi che cercavano di colpire la Cittadella […] a un volo di uccello dal luogo in cui si trova l’armata siriana». 
Anche il governo siriano ha  smentito.

Propaganda per propaganda, val la pena di riportare ambedue le versioni. Sulle quali, purtroppo, non avremo mai certezze.
Resta da capire invece un altro punto dolente della questione e riguarda il ruolo di Msf, tra i cui fondatori figura Bernard Kouchner, deciso assertore dell’ingerenza umanitaria (pare sia stato l’ideatore di questa nuova teoria, usata come ideologia di copertura per interventi bellici non proprio umanitari).
 Tanti sono gli ospedali e le strutture mediche di Msf in Siria, ma solo nei territori sotto il controllo degli jihadisti e dei ribelli “moderati”. Non sappiamo se ne hanno anche in territori controllati dall’Isis, ma sicuramente non è una possibilità remota, dato che il responsabile italiano Loris De Filippi, in una recente intervista, pur specificando che l’organizzazione non ha contatti diretti con tale organizzazione terroristica, dopo aver spiegato che Msf ha «canali aperti con i jihadisti», ha affermato che «bisogna trattare anche con l’Isis».
Msf fa il suo lavoro, che è quello di prestare soccorso alle popolazioni strette nei conflitti. ma è alquanto ovvio che, in cambio della loro presenza in loco, prestano i loro servigi anche a jihadisti di ogni genere, come ammesso anche dai medici che vi prestano servizio.
 Ovviamente il fatto di prestare un’efficace assistenza sanitaria anche a dei terroristi, cosa che può apparire più o meno meritoria agli occhi delle vittime dei terroristi stessi, non autorizza il governo di Damasco a bombardare.

  Il punto della questione è però un altro e l’ha spiegato Isabelle Defourny, direttore delle operazioni di Msf in Francia, in una dichiarazione ripresa dalla Reuters nel febbraio scorso: «In problema affrontato in Siria dal personale medico è che se si dà GPS (coordinate), si indica dove sei». Temono, infatti, questo almeno il motivo ufficiale, che in questo modo si offra a Damasco un obiettivo sensibile da colpire. Così si è deciso di non dare tali coordinate.
 Particolare che spiega, e dettaglia meglio, anche Giordano Stabile sulla Stampa del 29 aprile, che scrive: «La ong mimetizza le sue strutture in modo che non possano essere individuate».
  Una politica adottata solo in Siria: altrove Msf ha scelto diversamente, tanto che quando gli americani bombardarono l’ospedale di Kunduz, in Afghanistan, protestarono vivacemente anche perché era stato segnalato.
  E però resta che portare strutture in zone di guerra, e una guerra asimmetrica e caotica come quella siriana, e «mimetizzarle» le espone ai rischi altissimi, come è accaduto ieri.

Forse sarebbe il caso di provare a trattare la questione, oltre che con l’Isis, anche con il governo siriano. Magari si uscirà da questa spirale di pericolosi equivoci.
Certo, non aiuta il fatto che il governo di Damasco ritenga che Msf sia una ong di supporto all’intelligence francese, con la quale d’altronde è presumibile abbia rapporti, fosse solo per ragioni di sicurezza; né il fatto che Parigi sia sempre stata in prima linea nel sostenere il regime-change siriano, sia a livello politico che attraverso la fornitura di armi e logistica alle diverse fazioni jihadiste. Ma tentar non nuoce, magari tale problema potrebbe essere messo a tema nei negoziati di Ginevra.

Detto questo, val la pena sottolineare che l’enfatizzazione, più o meno in buona fede, della strage di ieri, renderà ancora più ardua la ricerca di vie di pace. Che poi è l’unica cosa che conta per porre fine alla mattanza scatenata da potenze locali e globali decise a porre fine al governo di Assad in Siria, come già avvenuto per Saddam in Iraq e in Libia con Gheddafi (un copione che ripete con tragica monotonia).

http://piccolenote.ilgiornale.it/28303/siria-lospedale-bombardato

da: IL SUSSIDIARIO , 30 aprile 2016
fra Ibrahim Alsabagh (Aleppo):le bombe non sono di Assad, ma di Isis e al Nusra

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 Secondo l’Ansa l’aviazione di Assad ha colpito due ospedali. E’ così?
No, i missili che hanno colpito i due ospedali provenivano dalla parte controllata dai ribelli. Nella zona controllata dall’esercito regolare ci sono tanti morti, tanti feriti, tante case distrutte, tante strade bombardate. Le lezioni nelle scuole sono state sospese, e io stesso ho chiesto a tanti miei parrocchiani di non venire più per le attività nella chiesa se non per la messa quotidiana