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venerdì 26 febbraio 2021

Provocazioni di guerra in Siria, il popolo siriano ne fa la spese

Il recente rafforzamento delle truppe statunitensi in Iraq;

l'ulteriore messa in sicurezza dei campi petroliferi siriani da parte delle forze curde e di occupazione nel NordEst della Siria;

il recente aumento degli attacchi in Siria da parte di cellule isolate dell'ISIS (sferrati partendo dalle vicinanze delle aree di occupazione statunitense);

la consegna di 200 Land Rover britannici per pattugliare i confini libanesi (che pochi dubitano sia una mossa per prevenire l'accesso di Hezbollah a sostegno della Siria, piuttosto che - come propagandato - per prevenire incursioni terroristiche in Libano); 

 l'improvviso riaccendersi ancora una volta nei media britannici e statunitensi [ e italiani ] della sbraitante retorica delle fotografie "Caesar" finanziate dal Qatar ( da tempo screditate);

gli attacchi aerei statunitensi sulle posizioni "iraniane" in Siria la scorsa notte:

  tutti questi fatti presentano un quadro profondamente preoccupante di una rinnovata politica aggressiva che intensifica gli sforzi per isolare ulteriormente la Siria - e l'Iran - che è stato a lungo l'obiettivo finale degli interessi israeliani, statunitensi e degli alleati nella regione.

Non hanno importanza i numerosi crimini di guerra e i massacri di massa commessi dai molteplici gruppi che essi hanno supportato in Siria, che non sono mai menzionati dai media o dai governi occidentali, o la sistematica fame delle popolazioni civili e la distruzione delle nazioni che hanno effettuato per raggiungere i loro obiettivi...

Nel frattempo, il popolo siriano continua a soffrire insopportabilmente le conseguenze di tutte queste azioni e il mondo come al solito è sordo e cieco alle loro voci e non si preoccupa minimamente della realtà sul terreno.

E i governi si preoccupano dell'aumentata e continua instabilità che questo causa alla regione e a tutta la sua gente? Ne dubito. Dopo tutto, la guerra può essere un affare altamente redditizio per coloro che hanno le risorse militari...  Signore, abbi pietà.

      rev. Andrew Ashdown


Sacerdote a Damasco: Altro che Covid, i siriani sono affamati e disperati  

Damasco - (AsiaNews)

La fame si vede anche per le strade, fra persone disperate che si svegliano alle tre del mattino e passano ore fra lunghe code (nella foto) per comprare il pane, poi alle 8 vanno al lavoro. Quando ritornano a casa, il pomeriggio, hanno solo la forza di trascinarsi a letto”. È quanto racconta ad AsiaNews padre Amer Kassar, sacerdote della chiesa della Madonna di Fatima a Damasco, confermando una situazione sempre più drammatica in Siria, dove una fetta crescente della popolazione è a rischio fame.

Il pane costa 250 lire, ma servono ore per comprarlo. L’alternativa sono i forni privati, dove non si fa la coda, ma lì costa mille lire e sono in pochi a poterselo permettere. E poi i bambini - prosegue il sacerdote - che non vanno a scuola ma vagano per le strade, in cerca di un lavoretto per contribuire al sostentamento della famiglia”

La situazione difficile, non solo a Damasco ma in molte aree e centri urbani del Paese, emerge anche dal dato relativo alla microcriminalità e alle violenze a essa legate. “Altro elemento molto grave, che si verifica da qualche tempo anche nella capitale - sottolinea p. Kassar - sono i ladri che compiono sempre più furti nelle case, nei negozi, rubano le auto per rivenderle. Nel nostro quartiere [cristiano] nei giorni scorsi hanno assaltato un uomo dopo che aveva prelevato dei soldi in banca. Durante la rapina, i malviventi hanno anche cercato di ucciderlo e il fatto è avvenuto di mattina, alla luce del sole. Il ‘coraggio’ della disperazione”.

Secondo le stime del Programma alimentare mondiale (Pam), a oggi vi sono circa 12,4 milioni di persone in condizioni di “insicurezza alimentare” in Siria, nazione devastata da un conflitto decennale che ha provocato quasi 400mila morti e milioni di sfollati. Il livello di criticità, avvertono gli esperti, è ormai “allarmante”. Dai risultati emersi da uno studio realizzato a fine 2020, afferma l’agenzia Onu, emerge che “circa il 60% della popolazione” è “in una situazione di insicurezza alimentare” ed è di gran lunga “il dato peggiore mai registrato” dall’inizio del conflitto.

In una nazione abitata da circa 20 milioni di persone, sono sempre più quanti non riescono a mettere insieme il pranzo o la cena. Il dato è in netta crescita rispetto ai 9,3 milioni fatti registrare nel maggio scorso e il trend sembra aumentare per il futuro. L’83% della popolazione, da stime delle Nazioni Unite, vive al di sotto della soglia di povertà. Dieci anni di guerra civile, violenze jihadiste, l’emergenza profughi, le sanzioni internazionali e la crisi delle banche libanesi hanno messo in ginocchio il Paese e i più colpiti, come ha sottolineato l'arcivescovo maronita di Damasco, sono i più fragili, i malati, i bambini e gli anziani nel contesto di una crisi mai vista prima.

Questi ultimi mesi - spiega il sacerdote a Damasco - sono stati molto duri per i siriani, perché la lira nazionale si è di molto abbassata. Prima del nuovo coronavirus il rapporto era di uno a 1500, adesso siamo a 3600 lire per un dollaro. Uno stipendio medio è di 25/30 dollari, mentre i prezzi delle materie prime sono di molto aumentati a causa dell’inflazione. Il governo elargisce dei bonus un paio di volte all’anno, ma servono a poco. Una famiglia, in molti casi, è costretta a sopravvivere con un dollaro al giorno, o anche meno”.

In questo contesto di enorme bisogno, in cui la pandemia di Covid-19 “è ormai ignorata, perché la gente non può permettersi il lusso di non lavorare, di comprare mascherine o gel per l’igiene personale la Chiesa è presente, ma i bisogni sono molto più grandi”. Uno dei progetti di maggiore successo è quello legato agli Ospedali aperti che coinvolge due strutture a Damasco e una ad Aleppo, “ma non possiamo sostituirci al governo o alle organizzazioni internazionali”, ammette sconsolato p. Kassar.

Conclude: “Il popolo siriano è in condizioni terribili, senza speranza per il futuro, senza una luce in fondo al tunnel. Serve collaborazione a tutti i livelli, bisogna allentare le sanzioni e garantire la possibilità di viaggiare, di far rientrare i soldi in Siria oggi bloccati dalle varie crisi che passano dall’Europa al vicino Libano”.

sabato 20 maggio 2017

"Abbiamo bisogno delle Chiese in Occidente per sostenerci, per permetterci di restare"

Un responsabile della Chiesa in Damasco oggi pomeriggio mi dice:  "I cristiani in Medio Oriente non hanno bisogno di scatole di cibo o vestiti, dalle Chiese in Occidente, o di essere aiutati a partire per altri paesi. Abbiamo bisogno delle Chiese in Occidente per sostenerci, per permetterci di restare, e questo significa smettere di sostenere i terroristi; e dire ai vostri governi di non farlo. Alcuni cristiani in Occidente stanno aiutando la scomparsa del cristianesimo nella regione. Perchè dei leader cristiani stanno in silenzio? Il risultato sarà l'aumento dell'estremismo e terrorismo in Occidente."
   padre Andrew Ashdown in visita in Siria, 19 maggio 2017


Intervista di Hanin Elias per Syriana Analysis a S.E.  Jano Battah, vescovo cattolico a Damasco, sottotitolata in italiano per Pandora TV 

Quella che segue, è la traduzione effettuata da un amico :
 Se non fosse per l’esercito siriano e la Russia, saremmo stati massacrati.
Vescovo:Anzitutto ci tengo a ringraziarvi. Infatti, la vostra visita tocca il nostro cuore, specialmente adesso che stiamo vivendo questa difficile crisi.
Signore come te che dedicano il proprio tempo per chiedere delle nostre condizioni. I canali diplomatici ci sono stati chiusi in faccia.
Loro non vogliono ascoltare le voci del popolo siriano.
Il mondo intero parla in nome del popolo siriano, ma nessuno vuole ascoltare il popolo siriano. Quindi, noi siamo la voce della giustizia in mezzo a questo caos
Ecco perché ci tengo a ringraziarla. perché lei sta ascoltando noi, che abbiamo sofferto tanto. Non ho visto soffrire solo in Siria, ho anche visto la gente siriana costretta a lasciare la propria terra verso il Libano.
La mia valutazione della situazione è che si tratta di una guerra globale contro la Siria. Guerra di aggressione, guerra di distruzione.
Il concetto di rivoluzione ha bisogno di una scienza e di una filosofia. Sfortunatamente noi combattiamo la filosofia nel nostro Paese. Mi nomini un solo filosofo arabo dei tempi recenti. Io so di parecchi filosofi tedeschi o europei, ma non ricordo un solo filosofo arabo. Certamente ci sono scrittori arabi, ma non sono filosofi. Noi stiamo soffrendo seriamente a motivo della mentalità araba.
Io non sono contro il concetto di rivoluzione o di cambiamento.
Noi siamo accusati di essere “pro-regime”. No! Noi siamo con il nostro Stato legittimo e il nostro esercito nazionale.
Come sacerdoti, noi siamo con la nostra gente . Loro conoscono noi e noi conosciamo i loro bisogni
Noi non abbandoniamo il nostro popolo e non fuggiamo durante la crisi.
Parlare è facile, ma quando qualcuno ti assale, noi abbiamo il diritto di difenderci.
La Siria è stata aggredita da grandi nazioni
Chi vuole esportare da noi la democrazia? Non voglio parlare dell’Arabia Saudita!
Io ho vissuto in Italia e in Europa per 15 anni, il popolo italiano era contro la guerra all’Iraq. Quindi, perché l’esercito Italiano ha invaso Baghdad? Si è trattato di un impegno volontario? Guardi quanti soldati italiani sono morti in Iraq!
Non esiste un Paese realmente democratico. Forse la Svizzera…
La democrazia quindi non è qualcosa di assoluto..
Inoltre, nessuno ha il diritto di imporre un cambiamento del sistema politico di un altro stato!
Io ho studiato legge, questo è diritto internazionale. Tu non hai il diritto di dirmi chi voglio o non voglio come mio Presidente!  Io scelgo il mio Presidente.
Noi non interveniamo nei vostri affari politici. Voi non avete il diritto di intervenire nei nostri affari interni.
Io ho vissuto in Europa e non vi ho visto democrazia.
Giornalista: Lei ha vissuto in Europa, ma adesso ai Cristiani del Medio Oriente è stata offerta ospitalità di restare in Europa, dove possono vivere in paesi democratici e godere della libertà di parola, libertà di pratica religiosa
Come Vescovo Cattolico Siriaco, qual è la sua posizione al riguardo?
Vescovo: Prima di tutto, noi siamo minoranza in Medio Oriente
Credo anche che i Cristiani siano minoranza in tutto il mondo
Per esempio, anche in Francia i Cristiani sono una minoranza. La percentuale di atei è alta
Così, essi non stanno emigrando verso Paesi cristiani ma verso Paesi dove dopo pochi mesi essi non saranno che un numero..  Mi sento triste riguardo ai popoli europei più ancora di quanto non lo sia per la mia gente che emigra in Europa
Io non cambierei il mio Paese con il mondo intero. Io ero a capo di un istituto a Roma. Ma ho presentato le mie dimissioni per servire il mio Paese.
Gli Europei sono un popolo di consumatori, lavorano e si stancano molto.  Lo stesso si può dire degli Stati Uniti e me ne dispiaccio... E' gente molto gentile, ma lavorano un sacco! Sono solo consumatori.. La nostra gente è più felice...
Prima della guerra le scuole siriane, le università, la sanità erano gratuite. C’era lavoro e la Siria era uno dei Paesi più sicuri al mondo . Ma dopo la cosiddetta “primavera araba” queste istituzioni statali sono state distrutte . Abbiamo iniziato l’accattonaggio e siamo stati dispersi in tutto il mondo ... Io sono contro l’emigrazione della mia gente, perché non saranno felici lì ..  Non sto dicendo che gli Europei non hanno valori e vite confortevoli ma la rivoluzione francese ha marginalizzato Dio
Giornalista: riguardo al ruolo delle Chiese,  come comunicano con il governo siriano relativamente ai colloqui di pace con i miliziani?
Vescovo: il ruolo della Chiesa è efficace
L’uomo che ha favorito la riconciliazione nazionale a Homs è Padre Michel Naaman..Nessuno osava accompagnare i miliziani ad eccezione di padre Michel Naaman.... L’uomo dietro Al-Waar e alla riconciliazione della vecchia Homs è padre Michel Naaman.
Sono orgoglioso di questi Sacerdoti perché non sono fuggiti ma sono rimasti con la popolazione:
Tanto di cappello a questi preti!
Lo sa quant’è il salario di questi preti? 60 $ al mese.
non bastano nemmeno a fare un pieno di benzina all' auto. Ma essi continuano ad aiutare la gente. e loro non fuggono, nonostante ne siano tentati.
I cristiani che hanno lasciato la Siria avevano alcuni problemi: una madre che voleva vedere sua figlia all’estero.. alcuni non hanno sopportato di stare sotto i bombardamenti..
Ma noi non siamo scappati, a dispetto dei bombardamenti continui; siamo stati martirizzati ma non siamo corsi via. I Siriani cristiani non sono scappati, malgrado le bombe.
Il VERO problema è la politica sbagliata degli USA e la debolezza della posizione europea:
L’Europa (UE) è debole e non prende decisioni indipendenti.
Se non fosse stato per la Russia, saremmo stati massacrati. La mia famiglia è stata sottoposta al macello.  Dio ha mandato la Russia a salvarci.
Non c’è un’alternativa ad Assad. Se tu devi scegliere tra la Jungla e Assad, tu scegli Assad.
Perché nella Jungla potresti dover affrontare un elefante, o incontrare un dinosauro.
Che tipo di cultura stanno cercando di esportare in Siria?
La cultura dell’ISIS e dei tagliagole.
Avete visto come decapitano le persone solo perché sono differenti da loro?!
Che tipo di religione è questa? Questo non ha nulla a che vedere con l’Islam.
ISIS è un partito politico con degli obiettivi che è stato mandato dall’esterno
Noi viviamo in pace in Siria: non c’è una guerra civile qui.
Ci amiamo e viviamo insieme. Noi non sapevamo nemmeno se qualcuno è un cristiano o musulmano.
Giornalista: Ma i media occidentali riportano quello che accade qui come una “guerra civile”.
Vescovo: NO! Noi abbiamo accolto e aiutato le famiglie dei miliziani, le famiglie dei miliziani vivono in Damasco.  Finora, il governo siriano paga gli stipendi in zone sotto il controllo dei militanti
Quindi non è una guerra civile.
L’esercito siriano non uccide la sua gente, l’esercito protegge il suo popolo.
Come una ragazza siriana.. : ha paura quando incontra un soldato siriano?
Ma, non hai paura quando incontri un miliziano mascherato?   Giornalista: Certamente!
Giornalista: vorrebbe parlare del futuro della Siria?
Vescovo: Io sono ottimista e fiducioso che la Siria prevarrà sopra i suoi nemici perché noi siamo nel giusto: difendiamo noi stessi.
Voglio dire questo a beneficio della storia: se il popolo siriano fosse contro il presidente Assad, egli non potrebbe sopravvivere un mese. Il popolo siriano supporta il presidente Assad: è per questo che egli è ancora vivo.  Lui non è 'un alawita' ma al 100% siriano
Lui serve tutti i Siriani, non solo gli Alawiti (come qualcuno dichiara)
Giornalista: I Media occidentali sostengono che la Siria dovrebbe essere divisa su base etnica e confessionale.
Vescovo: I Siriani non saranno divisi. Damasco ha respinto la divisione del Libano e sarà respinta anche la divisione della Siria.
Giornalista: Sua Eccellenza, vuole inviare un messaggio ai governi e ai media occidentali?
A chi pretende di aiutare il popolo Siriano mediante certe organizzazioni come i “caschi bianchi”
e invita la gente in Occidente a donare soldi a questa organizzazione
Vescovo: Io so una cosa per certa: se vogliono aiutarci, lasciamo che ci aiutino a rimanere in Siria e in Medio Oriente
I musulmani hanno bisogno che i Cristiani restino e noi scegliamo di restare
Nessuno ci può costringere ad abbandonare le nostre radici in questa terra
La lasceremo quando decideremo di lasciarla e abbiamo scelto di restare
A mio parere, questi donatori dovrebbero venire in Siria e vedere chi sta davvero aiutando il popolo siriano
Nessuno ci sta aiutando, eccetto Dio





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