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mercoledì 19 maggio 2021

Il mese mariano. La rocca di Nostra Signora di Saydnaya

 Saidnaya ha avuto un'immensa popolarità durante tutto il Medioevo, svolgendo un ruolo di primaria importanza nella pietà popolare, sia in Oriente che in Occidente, alla stregua di Lourdes e di Fatima nei tempi moderni

di GEORGE GHARIB

La Siria, Paese di antica cristianità, ha sviluppato un esteso culto mariano che ha lasciato tracce in molti campi dell’arte, dell’architettura, della teologia e della liturgia. Il Paese è costellato di Chiese, di Monasteri e di Santuari mariani piccoli e grandi, molti dei quali hanno subìto non pochi danni per le numerose invasioni che hanno afflitto la Siria durante la sua lunga storia, riducendo ora la presenza cristiana al 10% circa della popolazione del Paese.

Tra i Santuari mariani sopravvissuti a traversie e distruzioni, il maggiore è quello di Saidnaya, nome di un villaggio sito ad una ventina di chilometri dalla capitale Damasco, il cui Monastero custodisce una preziosa icona mariana attribuita al pennello di San Luca, che richiama ancora fiumane di Pellegrini provenienti da tutti gli angoli della Siria e da altri Paesi vicini e lontani.

Il Monastero – che somiglia ad una piazzaforte costruita su un grande sperone cinto da alte mura – appartiene al Patriarcato ortodosso di Antiochia, che ha sede a Damasco; lo officia e ne prende cura una numerosa Comunità di Monache di rito bizantino e di lingua araba, sotto la guida di un’igumena, o badessa, che vigila sul Monastero e accoglie i numerosi Pellegrini ortodossi, cattolici e musulmani, guidando tutti a pregare davanti all’icona della Madonna.

Origini del Monastero-Santuario

Le origini del Santuario si perdono nella notte dei tempi. Alcuni fanno risalire la fondazione all'imperatrice Eudossia (+ 460), donna di grande cultura, che avrebbe trovato a Gerusalemme il ritratto della Madonna dipinto da San Luca; ma più probabilmente il Santuario è da far risalire al VI secolo, ad opera dell’imperatore Giustiniano I (+ 565). Secondo una graziosa leggenda, questi, impegnato in una campagna contro la Persia, durante una battuta di caccia in Siria, smarrì la strada nelle vicinanze di Damasco, rischiando di morire di sete. Intravide allora una gazzella che, dopo averlo guidato ad una sorgente d'acqua, sparì com'era apparsa. Giustiniano riconobbe in lei la Vergine, e ordinò di costruire sul luogo un Santuario in suo onore. Lo affidò a Monache che fecero giungere da Gerusalemme un’immagine della Madonna attribuita, appunto, al pennello di San Luca.

Il nome Saidnaya significa in lingua siriaca "Signora della caccia", in ricordo della suddetta partita di caccia dell’Imperatore. L’immagine, oltre alla sua origine lucana, era anche molto nota per i miracoli che le venivano attribuiti.

Il pellegrino che oggi entra nel sacrario per visitare la Madonna [chiamata comunemente Chagoura: parola siriaca che significa celebre, illustre, famosa], è invitato a togliersi le scarpe prima di accedere all’edicola contenente, dietro una grata di ferro, la sacra immagine, come si legge in una iscrizione scolpita all’ingresso, tratta dal Libro dell’ Esodo 3, 5: "Togli le scarpe dai piedi, poiché il luogo in cui tu ti trovi è terra santa".

Il luogo è letteralmente tappezzato di icone, di doni preziosi, di lampade, di lampadari ed ex-voto. L’illuminazione è assicurata dalla sola luce delle candele e delle lampade ad olio che qui ardono giorno e notte.

L’immagine stessa è di piccolo formato e nascosta sotto una profusione di argenti, ori e gemme varie; vi è raffigurata, secondo tradizioni antiche, la Madonna con Bambino, del tipo della Galaktotrofousa, o Allattante. Tra i prodigi più insigni dell’immagine vi è l’essudazione di un liquido oleoso e profumato che si raccoglie sotto l’immagine e che le Monache distribuiscono ai Pellegrini per la santificazione loro e la guarigione dei malati.

Popolarità del Santuario, anche presso i Musulmani

La Madonna di Saidnaya ha avuto un’immensa popolarità durante tutto il Medioevo e ha svolto un ruolo di primaria importanza nella pietà popolare, sia in Oriente che in Occidente, alla stregua di Lourdes e di Fatima nei tempi moderni.

Attirava masse enormi di fedeli, calcolate talvolta a 50mila persone, nonostante l’insicurezza e le difficoltà del viaggio. Durante il Medioevo, il Santuario era una meta obbligata nell’itinerario seguito dai Pellegrini che si recavano in Terra Santa.

Interessante è notare che la venerazione della Madonna di Saidnaya non si limitava ai soli Cristiani. Anche i Musulmani e gli Ebrei accorrevano numerosi ai piedi della Vergine, implorando grazie ed aiuto; e Maria prodigava i suoi favori a tutti.

La cronaca di Thietmar riferisce, tra l’altro, il seguente episodio che accadde nel 1203 circa: "Un sultano di Damasco, sul punto di perdere la vista, andò a visitare "Nostra Signora di Sardan" e, benché pagano, non esitò a recarsi al Santuario. Lì cadde a terra e pregò; alzandosi poi, egli poté vedere la lampada che ardeva davanti alla santa immagine. Vedendosi guarito, rese gloria a Dio insieme a tutti i presenti; e fissando di nuovo la luce della lampada, egli promise una rendita di 50 misure di olio perché la stessa continuasse ad ardere in perpetuo. La quantità d’olio promessa fu regolarmente consegnata fino al tempo di Nour-ed-Din". [La tradizionale offerta durò fino alla deposizione del sultano turco Abdel Hamid, nel 1909].

Un altro principe musulmano, Malek al-Adel Seif-ed-Din, fratello di Saladino e pretendente alla mano della sorella di Riccardo ‘Cuor di Leone’, era afflitto da una strana malattia olfattiva: perdeva i sensi non appena odorava una rosa e questo proprio nel Paese delle rose, nel regno dell’immortale essenza delle rose. Dopo aver provato invano tutte le medicine, decise di andare in pellegrinaggio presso la Madonna di Saidnaya. Fu miracolosamente guarito e, tornato a Damasco, fece fare una rosa d’oro, tempestata di gemme, che emanava aromi così soavi – aggiungono le cronache – da profumare tutto il deserto della Siria; e ne fece omaggio alla Madonna. Alcuni hanno voluto individuare in questo racconto l’origine del nome attribuito a Maria di ‘Rosa mistica ’ nelle Litanie mariane.


Tali racconti, accolti con calda e sincera devozione durante tutto il Medioevo, hanno contribuito a dare lustro a questo Santuario mariano e a sviluppare l’amore verso Maria non solo in Siria ma anche nei Paesi confinanti. La festa si celebra a tutt’oggi l’8 Settembre, giorno della Natività di Maria. Per l’occasione i fedeli, accorsi già il giorno precedente, assistono alla Messa e vanno in processione verso l’icona; le Monache li ungono con l’olio profumato che emana dall’icona; molti poi trascorrono uno o più giorni nella foresteria del Monastero, contenti di stare sotto l’occhio vigile e benevolo della Madre di Dio, prima di ritornare nelle loro case.

http://www.letture.it/madre06/0502md/0502md17.htm

venerdì 14 agosto 2015

Sia pace in Siria Nostra Signora di Saidnaya!

Cari lettori,  auguriamo oggi a voi tutti la benedizione della Tutta Santa Madre di Dio, che nella nostra storia continua ad agire, segno di consolazione e di sicura speranza.
Ora pro Siria




di Suor Gloria Riva
CulturaCattolica.it


Affidiamo la pace in Siria a Nostra Signora della Caccia, un'Icona mariana venerata da cristiani, ebrei e mussulmani nel Santuario di Saidnaya in Siria. Un luogo di grazia che nessuna persecuzione riesce a cancellare. Affidiamo a lei e a Madre Serafina della Croce la nostra preghiera per la pace in Siria e nel mondo.

Nessuno la conosce, questa Madonna silenziosa, la cui origine viene attribuita addirittura a San Luca, eppure durante il Medioevo attirava enormi masse di fedeli, fino a 50mila. Questa Vergine silenziosa porta però un nome che evoca la guerra, anzi la caccia: si tratta della Madonna di Saidnaya, che in lingua siriaca significa appunto: Signora della Caccia.

Le origini di questo santuario si perdono nella notte dei tempi, quando in Siria fioriva una della più grandi e prospere comunità cristiane di tutti i tempi oggi, spazzata via, ahimè, da secoli di persecuzioni e distruzioni fino a scomparire. Ce l’ha fatta però la Signora della Caccia, protetta dalla misteriosa mano che l’ha dipinta, una mano che aveva scritto le sante Parole del Vangelo, la mano - secondo la tradizione - dell’evangelista Luca, appunto.

Per alcuni fu l’Imperatrice Eudossia che, nel 640, trovata a Gerusalemme la sacra Icona, da donna di grande cultura e di grande fede qual era, la volle portare con sé a Damasco. Per altri invece, anche a causa dell’appellativo curioso di Signora della caccia, il Santuario sembra derivare dall’imperatore Giustiniano che impegnato in una battuta di caccia in Siria – dove si trovava per combattere contro la Persia – vicino a Damasco smarrì la strada, rischiando di morire di sete. Una gazzella apparsa d’improvviso lo guidò a una sorgente e poi scomparve. Egli riconobbe nell’animale la presenza materna di Maria e volle costruire proprio in quel luogo un Santuario. Le monache, alle quali fu affidato il luogo, fecero arrivare da Gerusalemme la preziosa Icona di San Luca, che prese appunto il titolo di Madonna di Saidnaya.




La Sacra Icona ha prodotto numerosi miracoli, specie la sudorazione di olio, mediante il quale poi avvennero numerose guarigioni. È difficile ricostruire l’effige della Madonna perché, la sacra Immagine, è totalmente coperta da oro e argento. Sembra tuttavia essere una Galaktotrofousa, ovvero una Madonna del latte. A Roma, nel sacello della "Madonna delle Grazie", si venera una icona del tipo della Galaktotrofousa, di supposta provenienza da Saidnaya.

L’antico nome ellenistico della regione in cui si trova il Santuario, era Abilene; la tradizione locale collega il nome al biblico Abele, ucciso dal fratello Caino, la cui tomba si troverebbe proprio in quella regione. Gli studiosi ritengono che con probabilità capitale di Abilene era Saidnaya.
È significativo che proprio qui si stia svolgendo un conflitto fratricida che rischia di coinvolgere l'intera popolazione mondiale.

Già nel 2012 un ribelle dell’Esercito Libero siriano (FSA) entrò travestito da cristiano nel Santuario portando una candela. Uscì subito dopo frettolosamente, quasi correndo. Appena giunto ai gradini del Santuario cadde a terra stroncato da un infarto. Si scoprì allora che l'uomo aveva portato alla Vergine un candelotto esplosivo il quale, miracolosamente, non era esploso.




Queste sono le ragioni per cui, in quest’ora grave per la Siria e per tutti noi, desideriamo rivolgere una insistente preghiera a Nostra Signora di Saidnaya perché con il suo potente patrocino, lei Signora della Caccia, scacci dalla Siria e da tutto il mondo il pericolo della guerra.

Proponiamo ancora una volta (lo avevamo già fatto nel 2011, una coroncina che Madre Maria Serafina della Croce, fondatrice delle Adoratrici Perpetue del Monastero di Monza, recitò con successo per scongiurare la Pace al Signore.

[ Ricordiamo ai nostri lettori che OraproSiria ha affidato anche all'intercessione di padre Romano Bottegal il miracolo della pace in Siria:  http://oraprosiria.blogspot.it/p/i.html  : Che i Martiri siriani e il Cielo tutto si muova per ottenerci la pace! ]

mercoledì 29 gennaio 2014

I ribelli siriani cercano di distruggere il monastero di Sednaya

29 gennaio '14: è in atto il sesto attacco contro la santa città di Sednaya





Orthodoxie- 27 gennaio 2014

In Siria , nonostante i colloqui di "Ginevra 2" i ribelli siriani non danno l'impressione di voler il cessate il fuoco , secondo le informazioni del primo canale della televisione russa .
 I loro obiettivi sono chiese e monasteri ortodossi , nei quali cercano un rifugio  donne e bambini. Questo è il modo per combattere il regime di Bashar al- Assad, dicono i ribelli  . 
Negli ultimi  due anni , i ribelli stanno ripetutamente cercando di prendere il monastero situato in cima alla collina .
 È esistito fin dal VI secolo e , per la prima volta nella sua storia , è da così a lungo sotto assedio . La strada che conduce alla chiesa  assorbe i colpi. 
" I banditi hanno cominciato l'assalto all'alba . In primo luogo hanno fatto saltare le porte e hanno sparato colpi di mortaio nel cortile del monastero . Se non ci fossero muri in pietra , ci sarebbero stati molti morti " , ha detto l'abate del monastero dei Cherubini , il padre Nectaire. 
 I combattenti del  gruppo di autodifesa hanno fermato  i ribelli davanti alla clausura del monastero . La battaglia è durata sei ore e poi , dopo aver lasciato i cadaveri , gli attaccanti si sono ritirati . Ora hanno preso una piccola città a tre miglia di distanza . 
"A un certo punto , sembrava che non saremmo riusciti a tenere il monastero . C'erano 300 ribelli, e hanno attaccato da più parti . Una guarnigione che è venuta  dalla città ci ha salvato " , racconta  Samir , un combattente di un gruppo di auto-difesa .
 La città di Sednaya si trova ai piedi della collina su cui si trova il monastero . La maggioranza della popolazione è cristiana . Samir è un musulmano , ma difende il monastero ortodosso . Se non ci fosse stato il suo plotone , in cui ci sono cristiani e musulmani , il destino della città siriana di Maaoula si sarebbe ripetuto . 


I ribelli , presenti in questa città fino ad ora , hanno danneggiato tutte le chiese cristiane.
 " Il monastero cristiano è un obiettivo per i ribelli . Quante volte hanno tirato sulla statua di Gesù Cristo , con ogni sorta di proiettili , al solo scopo di distruggerlo . In questo modo , dicono che stanno combattendo il governo di Assad ", ha affermato , indignato , padre Nectaire . Allo stesso modo , chiese e monasteri di Sednaya sono sotto il fuoco . Sono vigiliati, ma non li possono proteggere dal fuoco.
 Esplosioni di mortai interessano anche il convento femminile della Madre di Dio . 

« Non capisco perché , mentre si svolgono i  colloqui in Svizzera , i ribelli non hanno smesso di colpire . Perché impedire ai fedeli di venire al nostro monastero?  E perché, dopo essere esistito da quasi 1500 anni , il convento è ora minacciato? " chiede la sorella Parasceve , una monaca del convento . 

Di lasciare il loro monastero dove è conservata una delle quattro icone dipinte , secondo la tradizione , dall'Apostolo Luca , le suore non sono disposte, anche se i ribelli entrassero in città . 
Ma gli orfani che sono accolti nelle mura del convento sono stati spostati in un luogo più sicuro.



            

lunedì 20 gennaio 2014

SAYDNAYA SI DIFENDE: non finiremo come Maaloula!






Invece di festeggiare la domenica in chiesa. 
La citta' cristiana di Saydnaya ha subito da stamattina un attacco dai Fanatici Whabiti ed e' riuscita grazie ai suoi cittadini (cristiani e musulmani insieme) e all'esercito siriano a respingerli. 
Ma sempre con un prezzo: Philip Alahmar ha difeso la sua citta', la sua famiglia, col suo sangue.


Pregate per Saydnaya!
Samaan


"Le campane di Maloula non suoneranno più"

Maaloula:  icone e  oggetti sacri devastati 

Padre Makarios Kallouma , segretario del Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente per i cattolici melchiti greco ha detto all’ Agenzia Novotsi che gruppi armati del "al- Nosra Front" e membri del movimento Ahrar " elementi di al- Sham " hanno smontato le campane di tutte le chiese del centro storico di Maaloula e bruciato i monasteri di Santa Tecla e San Sergio poi hanno cominciato a scavare dentro le tombe per trovare i resti di Santa Tecla ; hanno anche bruciato due croci dopo averle spezzate .

Padre Kallouma ha rivelato che gli elementi musulmani armati hanno rubato la statua in bronzo di Cristo , che è stata inaugurata il 24 settembre 2008 e che era stata poi collocata all'interno del Convento di Santa Tecla , ed era stata  finanziata dal fondo dell'Apostolo Paolo in Siria , la statua è opera del famoso scultore russo Alexander Rokafichnikov .

Padre Kallouma ha aggiunto che alcuni residenti di Maaloula hanno lasciato il villaggio per rifugiarsi  in Libano, ma la maggior parte di loro è sfollata a Damasco. Molti di loro vivono nella città vecchia, dove solo la  beneficenza fornisce loro un aiuto .

Con un profondo sospiro , il Padre Kallouma continua : "Dopo averci spinti a emigrare e aver rubato le nostre case , hanno distrutto il nostro paese e hanno rimosso i principali simboli religiosi che rappresentano le campane che ci chiamano  alla preghiera .... elementi del Fronte armato al- Nosra vendono i mobili  rubati dalle case del paese , poi  bruciano le case , come se volessero cancellare ogni traccia di cristianesimo e sopprimere la nostra presenza .

http://www.leveilleurdeninive.com/search?updated-max=2014-01-14T08:10:00%2B01:00&max-results=2

Seydnaya e la rocca di Nostra Signora - di Talal Khrais

Il Monastero della Natività della Madre di Dio a Seydnaya sviluppa il suo essere città e comunità, soprattutto cristiana, attorno alla Rocca sacra del monastero della Vergine. Ma Saydnaya presenta numerosi monumenti religiosi sparsi sul suo territorio. Quasi tutti gli edifici cristiani sono il risultato di una presenza che ha inizio nel primo millennio con gli Aramaici, si sviluppa verso il IV secolo con la presenza greca, e matura nel I secolo con l’impero romano per poi sfociare definitivamente nel cristianesimo con una particolarità di non poco conto: quella del culto mariano. Non è un caso, infatti, che Saydnaya significhi “Nostra Signora”.E’ forse per questo che nella città si trova l’omonimo convento sulla Rocca sacra che, dal punto di vista mariano, forse, è il secondo luogo di culto più importante dopo quello di Gerusalemme. L’origine del complesso è databile all’epoca Giustiniana,  come confermano manoscritti conservati nella grande biblioteca del convento stesso. La chiesa della Vergine sorge sopra un antico tempio ellenistico-romano che, probabilmente, aveva origini aramaiche.


In termini di numero di  visitatori, la sua importanza e la popolarità è dovuta ai numerosi e illimitati miracoli che si verificano per l'intercessione di Maria , Nostra Signora , la Madre di Dio - Theotokos .
 Saydnaya contiene un'icona della Vergine Maria e Gesù bambino che si dice dipinta da San Luca Evangelista nel 1 ° secolo dC . Il nome della Icon è " Shaghoura " che significa " The Famous One" 

 La storia della chiesa e del monastero che sono stati costruiti in Saydnaya sulla cima di una montagna alta in Siria risalgono al 547 AD, quando  l'imperatore Giustiniano  e il suo esercito erano accampati nella zona , preparandosi a combattere i Persiani . Vide e seguì un cervo alla cima della montagna , dove scoprì  una grande sorgente di acqua fresca per il suo esercito assetato . Improvvisamente il cervo si trasformò in un'icona brillante , e udì una voce che gli chiese di costruire una chiesa in onore della Madonna .
 La chiesa conserva numerosi manoscritti e icone antiche e preziose .
 Una storia interessante è accaduta quando il Saladino stava combattendo i crociati nel XII secolo dC . Le sue truppe affamate invasero  il monastero di Saydnaya e presero possesso di tutte le forniture alimentari e le riserve che vi si trovavano . Tuttavia, al momento di caricare i beni sui cavalli  e cammelli  , i cavalli e cammelli hanno rifiutato di muoversi , non importa quanto duramente il Saladino ci provasse . Alla fine , dovette scaricare tutti i rifornimenti alimentari e restituirli ai legittimi proprietari prima che potesse andare avanti .
 Un altro miracolo interessante è successo con mia nonna che viveva in Saydnaya nella prima parte del ventesimo secolo . L'olio d'oliva era la più importante fonte di alimentazione  per le suore in quel momento , e gli enormi vasi di creta si erano andati rapidamente esaurendo del  prezioso liquido dorato . Niente era rimasto per le monache in quell’ anno difficile . Siccome mia nonna era nel deposito istruttoria della pratica , ha assistito al miracolo del riempimento di vasi con olio d'oliva puro dal nulla , che era davvero la mano di Dio venuta a salvare il giorno e alleviare le sofferenze delle suore ...

martedì 1 ottobre 2013

Nuove incursioni di bande armate a Sednaya; i cristiani si rifugiano nella fede e nella preghiera


Agenzia Fides -  1/10/2013

Damasco – Dopo Maalula, ora tocca a Sednaya, anch'esso villaggio a Nord di Damasco, noto per il patrimonio storico, culturale e religioso, caratterizzato da larga presenza di chiese e monasteri cristiani, e da una comunità locale che parla ancora l’aramaico. 
Come appreso da Fides, il villaggio è sotto costante minaccia di milizie islamiste provenienti da Yabroud e dalle montagne libanesi, oltre confine, che organizzano incursioni e blitz per terrorizzare la popolazione civile. Nei giorni scorsi già c’è erano stati i primi scontri e un uomo cattolico è morto. Ieri una nuova incursione ha fatto un morto e un ferito fra i cristiani locali. 
Un religioso di Sednaya, che chiede l’anonimato, nota a Fides che “si tratta di banditismo ma è anche una vendetta contro i cristiani. Non vorremmo dare a questi atti un significato di persecuzione religiosa, ma sono comunque attacchi mirati che hanno l’effetto di creare scompiglio e paura tra i civili, presupposti per la fuga”. La tattica delle bande armate ora è quella di incursioni improvvise che creano terrore fra i civili, generando un esodo. A quel punto, il villaggio potrà essere invaso. “Oggi la gente di Sednaya teme di avere lo stesso destino di Maalula”, conclude il religioso.

I civili di Maalula, intanto, tutti sfollati a Damasco, hanno formato un “Comitato”.



funerale dei martiri di Maloula
 Uno dei rappresentanti del Comitato spiega a Fides: “Ci appelliamo con forza alla comunità internazionale. Nessuno ci aiuta, il radicalismo islamico si fa sempre più discriminatorio. Ci sentiamo non protetti. Nessuno fa qualcosa per prevenire questi abusi dei diritti umani: chiediamo un intervento della Commissione Onu di Ginevra”. I cristiani si sentono in pericolo: infatti, viste le migliaia di bande armate disseminate sul territorio siriano, è praticamente impossibile proteggerli.

Intanto “fra i cristiani siriani, sempre più vulnerabili, c’è un risveglio spirituale, un rinnovato slancio nelle fede, alla preghiera e alla vicinanza interconfessionale”, nota a Fides suor Carmel, che assiste gli sfollati a Damasco. “Nella estrema sofferenza e sull’esempio dei martiri, come p. Murad o il giovane Sarkis di Maalula, stiamo ritrovando una fede più densa, profonda e unitiva”, afferma la religiosa cattolica. I cristiani sono riluttanti a prendere le armi, anche per difesa, e i leader religiosi continuano a ribadirlo. Ripudiano la logica di un conflitto settario ma, in varie località, si stanno formando piccoli comitati popolari per prevenire le violenze. 


Wadi al Nasara, la Valle dei Cristiani

Accade, ad esempio, nella cosiddetta “Valle dei cristiani” (“Wadi al Nasara”), nella Siria occidentale, storica roccaforte dei cristiani siriani. Nella valle vi sono oltre 50 villaggi cristiani, con 100mila fedeli, cui si sono aggiunti oltre 200mila profughi. Anche questi villaggi subiscono incursioni di gruppi armati. 

http://www.fides.org/it/news/53647-ASIA_SIRIA_Nuove_incursioni_di_bande_armate_a_Sednaya_i_cristiani_si_rifugiano_nella_fede_e_nella_preghiera#.Ukq1vW1H4ic


"Ho visto i ribelli uccidere i cristiani che non si convertivano all'Islam" 


Sydnàya si difende. L'inviata Lucia Goracci

Video : http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=36212

sabato 28 settembre 2013

Missili sulle chiese, battaglia a Sednaya, storica sede della cristianità!



Agenzia Fides - 28/9/2013

Aumenta di giorno in giorno la preoccupazione dei cristiani siriani: dopo Maalula, villaggio a nord di Damasco invaso da gruppi jihadisti, è a rischio Sednaya, altro villaggio cristiano a Nord di Damasco, “cuore pulsante del cristianesimo siriano”, sede di numerosi monasteri e chiese di diverse confessioni e storico luogo di pellegrinaggi. 


Proseguono, inoltre, attacchi mirati contro le chiese: come appreso da Fides, ieri ne sono state colpite due, a Yabroud e Hassakè. “Mai nella storia della Siria avevamo registrato tali attacchi sacrileghi e settari. I siriani non lo farebbero mai, sono attacchi di gruppi stranieri e questo è un pericolo per noi cristiani. Continuiamo a pregare per la pace, seguendo la strada tracciata da Papa Francesco”, commenta addolorato all’Agenzia Fides il Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham. 
chiesa siriaca di Deir Ezzor

Secondo il racconto del Patriarca, ieri alle porte del villaggio di Sednaya vi è stato uno scontro armato fra gruppi armati non identificati, che tentavano di infiltrarsi in città, e la gente del luogo. Un giovane greco-cattolico è rimasto ucciso. La popolazione di Sednaya e terrorizzata, ricordando quanto accaduto a Maalula.


Intanto ieri quattro missili hanno colpito la Chiesa cattolica di san Giorgio a Yabroud, causando gravi danni alla cupola e al centro catechistico-pastorale. L’Arcivescovo melkita Jean-Abdo Arbach, che sovrintende alla chiesa, è andato sul luogo per verificare i danni e confortare i fedeli impauriti. 

Nella notte, secondo quanto riferito a Fides da fonti locali, è stata bruciata una chiesa ortodossa ad Hassake, mentre due giorni fa gruppi islamisti hanno dissacrato due chiese a Raqqa, rimuovendo croci e immagini sacre. 


I cristiani di Raqqa, spiega a Fides il prete siro-ortodosso p. Boulos George, sono stati costretti a fuggire, soprattutto ad Hassake e Qamishli, e sono vittime di una “discriminazione religiosa”. Nell’area di Raqqa – dove è stato rapito il gesuita p. Paolo Dall’Oglio – si registrano feroci scontri fra gruppi islamici che si combattono fra loro. Lo “Stato islamico di Iraq e Siria” combatte contro “Jubhat al Nosra” e contro unità dell’Esercito Libero Siriano (FSA). “E’ un conflitto per potere e denaro”, nota il sacerdote.


Our Lady of the Annunciation Melkite Catholic Church, Raqqa

Parlando a Fides, un veterano del FSA nota: “Per noi diventa impossibile proteggerei i più fragili, come le minoranze religiose. In alcuni luoghi vorremo essere aiutati anche dall'esercito regolare, perchè abbiamo visto uccisioni barbariche”. Secondo fonti di Fides, “scopo di tali azioni contro le minoranze è mostrare che per loro è impossibile vivere qui e frantumare la Siria su base confessionale”.
http://www.fides.org/it/news/53624-ASIA_SIRIA_Missili_sulle_chiese_battaglia_a_Sednaya_storica_sede_della_cristianita#.UkamuW1H4ic

domenica 4 marzo 2012

“La Vergine Maria ha fermato i proiettili con le Sue stesse mani" Divine intervention saved convent: Syria nun

Founded in 547, the convent of Our Lady of Saidnaya is a leading Antiochian Orthodox nunnery, which overlooks a mountain village of the same name, just 35km from Damascus. The convent includes a school for orphans, whose costs are covered by private donations, according to a brochure distributed by the complex.
The nunnery is a major pilgrimage center and lies not far from the villages of Jabadin and Maalula, where people still speak Syriac, the modern version of Aramaic.




Sister Stefanie, the head of Sednaya Monastery, shows journalists damage caused to the convent during a recent shelling on Tuesday. Journalists were taken to the monastery northwest of the capital, Damascus, on a government-organized trip to view damage caused to the convent that came under artillery fire on Sunday.  

Feb 02, 2012

Photo: AFP