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mercoledì 15 giugno 2016

Fra Ishak da Aleppo: siamo bersaglio dei missili ribelli


Radio Vaticana, 15 giugno 2016

In Siria, militari tedeschi, americani e francesi fiancheggiano le "forze democratiche siriane" (SDF) nella battaglia contro l'Is, sul fiume Eufrate. Lo affermano attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Sempre secondo l'Osservatorio, le forze straniere non sarebbero coinvolte in azioni militari, ma forniscono supporto disinnescando le mine dell'Is. 
Per il Ministero degli esteri siriano, si tratta di “violazione della sovranità nazionale”. 

Intanto, la situazione umanitaria sta peggiorando in tutta la Siria, in particolare nella zona di Aleppo. ecco la testimonianza di Fra Samhar Ishak, vicario parrocchiale di Aleppo:
R. – Purtroppo, la situazione va male. Speriamo sempre che migliori ma invece peggiora. Aleppo è divisa a metà: una parte è sotto il controllo governativo e metà sotto il controllo dei ribelli. C’è una guerra intensa, soprattutto in questi giorni, missili e razzi non si sono fermati. I ribelli colpiscono la parte ovest della città dove si trova la nostra parrocchia, zona controllata dal governo siriano. C’è poi il problema dell’acqua e dell’elettricità, che mancano da giorni perché controllate dai ribelli. Ma, oltre a tutto ciò, ci sono tanti morti e feriti, ci sono tante case danneggiate e tante famiglie che stanno ancora fuggendo da Aleppo, perché non ce la fanno più a vivere questa situazione che va sempre più peggiorando rispetto a prima.
D. – Aleppo è divisa tra i soldati del governo siriano e i ribelli. Chi sono i ribelli?  R. – Sono composti in realtà da gruppi diversi. Non possiamo dire che si tratti di un gruppo ribelle compatto. Non possiamo dire che sia l’Is o al-Nusra. No, sono diversi e sono tanti gruppi. Non si tratta di un solo gruppo…
D. – Questi gruppi sono uniti tra loro?    R. – No, no. Sono anche in guerra tra di loro, soprattutto al-Nusra e l’Is.
D. – L’esercito siriano prova a prendere il controllo dell’intera Aleppo?     R. – Lo speriamo. Sta operando intorno ad Aleppo e sta riconquistando molte zone che erano sotto il controllo dell’Is o di al-Nusra o di altri gruppi. Sta riprendendo l’area attorno ad Aleppo, ma speriamo che pian piano riesca a entrare nella zona est di Aleppo, in modo che anche la zona di Aleppo ovest sia più sicura.
D. – I cristiani in Siria riescono a mantenere la loro fede?   R. – Ad Aleppo ma anche in tutto il resto della Siria, i cristiani si sentono perseguitati, anche se in modo indiretto: la guerra infatti non è contro i cristiani, ma contro tutto il Paese. Vediamo anche che certe volte sia l’Is che al-Nusra entrano nei villaggi cristiani e massacrano, uccidono o li obbligano a scappare. I cristiani sentono questa persecuzione, ma dicono anche che non sono soltanto loro a essere perseguitati. Lo sono anche tanti musulmani che sono moderati. Noi abbiamo sempre vissuto assieme a loro. Faccio un esempio, quello di una famiglia di Aleppo che ha perso un figlio unico, di 21 anni, per un missile che ha colpito la loro casa: quando sono andato a trovarli mi hanno dato testimonianza di una fede veramente forte, dicendomi: “Sappiamo che Dio non c’entra in questa cosa. Ringraziamo il Signore per tutto e chiediamo a Lui che ci dia la forza e la fede di andare avanti, perché senza di Lui non possiamo fare niente”.