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domenica 30 marzo 2014

Lettere di fede da Aleppo in agonia

Lettera N. 16 -  dai  MARISTI di Aleppo 

23 marzo 2014

Salire verso la Pasqua



E' bello questa mattina ad Aleppo .
 Mi sono svegliato presto . Devo controllare i serbatoi d'acqua della comunità ... La situazione dell' acqua e dell' energia elettrica è notevolmente migliorata in questi giorni ... Resta il fatto che essi sono razionati : l'acqua  ci arriva ogni due giorni e l'elettricità per tratti di due o quattro ore. Non ce ne lamentiamo ... ci sono così tante miserie intorno a noi che il razionamento dell'acqua e dell'elettricità non è più un grosso problema ... Gli Aleppini hanno talmente resistito che ogni volta che un servizio pubblico migliora anche solo un po', gioiscono . Se gli si chiede: "come stai ? "La prima risposta è " NECHKOR ALLAH ! " Grazie a Dio !
 Da dove viene tutta questa forza di resistenza tra gli abitanti della città ? È questa una Fede così radicata nella loro vita quotidiana , o è lo spirito di solidarietà e di aiuto reciproco o è una generosità di spirito che fa loro vedere la miseria degli altri e perciò dicono che va bene ...

La città continua ad essere divisa , separata e recintata . Si tratta di una separazione completa tra le due parti . Per passare da una parte all'altra  a volte occorrono da 10 a 16 ore , un percorso che, in tempi normali , sarebbe durato un quarto d'ora ...
E all'interno della zona in cui viviamo  ci sono così tanti posti di blocco, controlli, che a volte spostarsi in auto richiede una pazienza infinita ... E' normale ! Devono essere controllati per evitare le autobombe , per prevenire infiltrazioni , per ... per ... Ci si abitua alla guerra . Essa diventa parte integrante della nostra vita, del nostro quotidiano .... Ma possiamo abituarci alle separazioni... ai colpi di arma da fuoco, ai bombardamenti, ai cecchini ... agli scoppi di granate... ai mortai , alle scene di distruzione e di morte ? Possiamo accettare che il nostro patrimonio sia azzerato ?

 Quando le suore di Maaloula sono state liberate , è stato, per un attimo, un segno di speranza : Il dialogo è possibile , i negoziati potrebbero riuscire... Ma a quale costo , e chi può contribuire a ristabilire la pace quando prevale il rifiuto dell' altro e la sua esclusione ?

 La questione dell'emigrazione resta la prima questione che si pongono molti giovani e genitori ... Cosa rispondere ? Chi osa dar consigli? Chi ha abbastanza informazioni per poter decidere? Nessuno , nessuno ... Restare quando si ha paura , quando si è disoccupati , quando si è perso un genitore, quando l'orizzonte sembra buio e soprattutto quando pesa sui cuori una minaccia ... O partire, per dove , come, perché ? Partire per vivere all'estero, lasciando alle spalle la propria terra , la propria cultura , le proprie radici ...
Milioni di persone hanno lasciato il Paese ... Si parla del più grande disastro umanitario nel mondo ... Tutto questo ha ricadute su tutti e in particolare sui bambini :
 Nel suo rapporto sulla situazione dei bambini in Siria , dal titolo " In uno stato di assedio - Tre anni di devastante conflitto per i bambini in Siria " , l'UNICEF condanna i notevoli danni causati a 5,5 milioni di bambini oggi colpiti dal conflitto e chiede l'immediata cessazione delle violenze e un aumento del sostegno per questi bambini colpiti .
 L'UNICEF stima che il numero di bambini che hanno bisogno di aiuto o trattamento psicologico sia 2 milioni .
"Per i bambini in Siria , gli ultimi tre anni sono stati i più lunghi della loro vita . Devono subire un altro anno di sofferenza? " chiede il direttore esecutivo dell'UNICEF , Anthony Lake .
 Il rapporto avverte che il futuro dei 5,5 milioni di bambini che si trovano in Siria o che vivono come rifugiati nei Paesi limitrofi è in gioco, mentre la violenza , il collasso dei sistemi sanitari e di istruzione , lo stress psicologico intenso e l'impatto del deterioramento dell'economia sulle famiglie si combinano,  devastando un'intera generazione .

 Se questo quadro appare troppo oscuro , è che dimentica che ci sono dei punti luminosi..
I Maristi continuano a credere , contro ogni previsione, che l'educazione è lo strumento principale per la costruzione dell'uomo e per fare di lui un attore di pace ...

Il nostro fondatore San Marcellino Champagnat diceva: " Educare i bambini a diventare cittadini virtuosi e buoni cristiani ... ". Adattandolo alla nostra situazione potrei dire "renderli cittadini virtuosi e buoni credenti ". Ispirati da questo, noi continuiamo con tanto coraggio e tanta fede ad offrire vari programmi educativi per bambini, adolescenti e adulti senza alcuna distinzione.


I Giovani del Progetto "Skill School " hanno celebrato la festa della mamma , festa celebrata in Oriente il 21 marzo, con questo tema: " Tendimi la tua mano " ... una mano tenera e accogliente , una mano che ama e perdona , che incoraggia e indica la strada ...
I bambini del Progetto " Imparo " hanno celebrato questa festa con le loro mamme , hanno espresso il loro amore verso l'essere a loro più caro.

 Nel mondo arabo , la festa della mamma coincide con l'inizio della primavera . Una parola che ha perso il suo colore e la sua speranza e che risuona così  nel cuore di milioni di persone : guerra , disoccupazione , distruzione , morte , sangue , destabilizzazione ...
Noi abbiamo scelto di utilizzare l'inizio della primavera per ancorare la nostra scelta di pace e di reciproco rispetto delle diverse culture . Questo è un valore essenziale .... Il Fratello Emili Turu , Superiore Generale, mi ha chiesto di condividere questa esperienza con voi ...
Porte aperte , andare incontro all'altro , invitarlo a casa,  stare intorno allo stesso tavolo , ascoltare , parlare con lui, condividere insieme i nostri valori comuni, accettare che la nostra fede in Dio è un percorso che ci unisce e non che ci separa, condividere lo stesso impegno a costruire un mondo più giusto, creare le basi per una pace che non esclude l'altro, creazione di reti di costruttori di pace ... Condividiamo con loro il nostro carisma come un percorso verso una umanità senza confini .
 I vari corsi di formazione della " MIT " vanno nella stessa linea . 3 sessioni di formazione sui seguenti argomenti : . " L'educazione, tesoro dell'umanità ", " Come risolvere i problemi e prendere decisioni " " Kaizen , o miglioramento continuo "  Inoltre tre conferenze hanno presentato  "la manipolazione positiva" e "l'amore in Dimensioni 3D " ...
Le 30 signore del " Tawasol " preparano per Pasqua la mostra dei loro lavori in vari temi artistici e manuali
 I giovani scouts hanno potuto godere di qualche giorno di vacanza per fare il loro campo invernale nei locali ... I campi terminano con una giornata di condivisione con i genitori.

Visto lo sviluppo nella distribuzione di cesti alimentari ( sempre più  siamo sollecitati dalle  famiglie per venire in loro aiuto ), abbiamo allestito un angolo per fare un ulteriore deposito in aggiunta ai diversi locali dove riponiamo cibo, vestiti, kit per l'igiene, materassi e coperte, e tutto ciò che può servire alle famiglie sfollate ). Una buona squadra è al loro servizio ...

Salendo verso la Pasqua , speriamo che la via della croce che stiamo vivendo sia completata dalla stazione XV : la Risurrezione ...
A tutti i nostri amici e benefattori , a tutto il mondo marista , auguriamo un buon viaggio verso la Pasqua ...

Aleppo 23 marzo 2014
Per i maristi blu,  F. Georges Sabe

Mons. Audo: Noi cristiani viviamo nella paura in Siria


La nostra fede è in pericolo mortale, in pericolo di essere condotta all' estinzione, lo stesso schema che abbiamo visto nel vicino Iraq

The Telegraph -  8 marzo 2014
di Mons. Antoine Audo

Oggi, la prima Domenica di Quaresima, si vedranno chiese affollate in tutto il mondo. Ma qui in Siria, dove San Paolo ha trovato la sua fede, molte chiese sono vuote, obiettivi per il bombardamento e la profanazione. Aleppo, dove sono stato vescovo per 25 anni, è devastata. Ci siamo abituati alla dose giornaliera di morte e distruzione, ma vivere in questa incertezza e paura esaurisce il corpo e la mente.

Sentiamo il tuono delle bombe e il crepitio degli spari, ma non sempre sappiamo cosa sta succedendo. E' difficile descrivere quanto è caotico, terrificante e psicologicamente difficile quando non avete idea di cosa succederà dopo, o dove il prossimo razzo cadrà. Molti cristiani fanno fronte alla tensione diventando fatalisti: che tutto ciò che accade è volontà di Dio.

Fino a quando è iniziata la guerra, la Siria è stata una delle ultime roccaforti rimaste per il cristianesimo in Medio Oriente. Abbiamo 45 chiese di Aleppo. Ma ora la nostra fede è in pericolo mortale, in pericolo di essere condotta all' estinzione, lo stesso schema che abbiamo visto nel vicino Iraq.
La maggior parte dei cristiani che potevano permettersi di lasciare Aleppo sono già fuggiti per il Libano, in modo da trovare scuole per i loro figli. Quelli che restano sono per lo più di famiglie povere. Molti non possono mettere il cibo sul tavolo. L'anno scorso, anche in mezzo a intensi combattimenti, si poteva vedere la gente per le strade che correva all'infinito cercando di trovare il pane in uno dei negozi.
Il sistema sanitario è anche andato a pezzi. Negli ospedali, molti medici sono stati minacciati e costretti a fuggire, così la gente ha paura che se resta colpita non ci sarà nessuno a curarla. Ringrazio Dio per i pochi medici coraggiosi che sono rimasti.
La maggior parte delle persone qui sono ora disoccupate, e - senza lavoro - la vita quotidiana manca di uno scopo. Le persone non hanno modo di lavare e i loro vestiti sono laceri. Non abbiamo quasi  elettricità, e la depressione regna nella notte. Ma quando arriva il buio, io prendo coraggio dal fatto che non è sempre stato così.

I Siriani hanno vissuto insieme per molti anni come un Paese, come una civiltà e una cultura senza odio o  violenza. La maggior parte delle persone non è interessata a divisioni settarie. Vogliamo solo lavorare e vivere come abbiamo fatto prima della guerra, quando la gente di tutte le fedi coesisteva pacificamente.

I cristiani siriani possono affrontare un grande pericolo, ma abbiamo un ruolo cruciale da svolgere nel ripristinare la pace. Non abbiamo alcun interesse al potere, nessuna partecipazione in bottini di guerra, nessun obiettivo se non  ricostruire la nostra società.

Come presidente della Caritas Cattolica (aiuti di carità) , sono impegnato nel coordinamento degli aiuti di emergenza  per decine di migliaia di persone di tutte le fedi, che disperatamente mancano di cibo, di cure mediche e riparo, lavoriamo in zone tenute sia dal governo che dai gruppi armati di opposizione. Abbiamo molti centri dove le persone vengono a ricevere aiuto, e i nostri volontari escono per trovare quelli troppo deboli, malati, vecchi o giovani per aiutare se stessi. Sosteniamo le persone di tutte le provenienze.
E' un lavoro pericoloso. Cinque mesi fa, due razzi hanno colpito i nostri uffici, ed è stato davvero un miracolo che nessuno è stato ucciso.

Quanto a me, devo stare attento ad andare in giro per la città a causa del rischio di cecchini e di sequestro di persona. Il destino di due sacerdoti rapiti sulla strada  da Aleppo a Damasco rimane sconosciuto. La gente ha paura per la mia sicurezza e mi dicono di disfarmi delle mie vesti di vescovo o nascondermi del tutto.
Ma non posso lavorare se non sono nelle strade per capire la situazione e la sofferenza del popolo. Sono sostenuto dai gesti quotidiani di solidarietà dai miei fratelli e sorelle di tutto il mondo - compresi quelli dalla Chiesa inglese e la sua agenzia di aiuti Cafod - con le loro preghiere e donazioni. E mentre cammino attraverso la polvere e le macerie, non ho paura.

Le virtù di San Paolo di fede, di speranza e di amore raramente  sono state più necessarie, o sotto una maggiore pressione, mentre affrontiamo il quarto anno di questa guerra. Ma ho fiducia nella protezione di Dio,  speranza per il nostro futuro, e il mio amore per questo paese e per tutti i suoi abitanti  supereranno questa guerra. Devo crederlo, e io prego che voi in Gran Bretagna starete con noi fino a quando le nostre lotte dureranno.

Mons. Antoine Audo SJ è il vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria
 (trad. FMG)
http://www.telegraph.co.uk/news/religion/10684366/We-Christians-live-in-fear-in-Syria.html






Il Vescovo Audo: la guerra devasta i cuori; e per l'azione della Caritas si aprono nuovi fronti

Aleppo (Agenzia Fides) – Il perdurare del conflitto sta annientando la popolazione siriana anche a livello psicologico, e ciò spinge la Caritas a farsi carico di nuove urgenze, come quelle del blocco delle attività lavorative e dell'assistenza psico-sociale. Lo riferisce all'Agenzia Fides il Vescovo caldeo di Aleppo, Antoine Audo, Presidente di Caritas Siria, offrendo un resoconto della settimana di formazione degli operatori Caritas siriani svoltasi in Libano, ad Harissa, nella prima decade di marzo.
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Missile su una chiesa armena di Aleppo durante la messa

Chiesa armena Zvartnots Santa Trinità Aleppo

Agenzia Fides 28/3/2014

La chiesa armeno-cattolica della Santissima Trinità ad Aleppo è stata colpita da un razzo mentre all'interno i fedeli partecipavano alla messa quotidiana. L'attacco ha danneggiato la cupola e infranto le vetrate, ma non ha provocato danni a persone. Lo conferma all'Agenzia Fides il sacerdote armeno cattolico Joseph Bazuzu, parroco della chiesa colpita. “Lunedì pomeriggio” racconta padre Joseph, “numerosi missili sono caduti sul quartiere di al-Meydan. Uno ha colpito e danneggiato la cupola della nostra chiesa, mentre all'interno era in corso la liturgia eucaristica. Grazie a Dio nessuno si è fatto male. E il giorno dopo, a messa, i fedeli presenti erano ancora più numerosi. Dopo tanti anni di violenze, la paura, è diventata un sentimento che accompagna ogni giornata. Le persone convivono con la paura”.
Il lancio di missili ha devastato alcune case nell'area circostante la chiesa, abitata quasi esclusivamente da armeni. “Prima dell'inizio del conflitto” riferisce all'Agenzia Fides padre Joseph, “le famiglie armene cattoliche di Aleppo erano circa 250. Ma le liturgie in lingua armena erano frequentate anche dagli armeni ortodossi, per un totale di ottocento famiglie. Adesso almeno trecento di loro hanno dovuto abbandonare le proprie case, soprattutto quelle che abitavano le zone al limite con le aree occupate dalle milizie degli insorti”.
All'alba di venerdì 21 marzo la città a maggioranza armena di Kessab, al confine con la Turchia, è stata occupata dalle milizie anti-Assad nel corso dell'offensiva da loro avviata per raggiungere la città costiera di Latakia. Centinaia di famiglie armene sono state costrette a fuggire. Secondo fonti armene, le tre chiese di Kessab sarebbero state profanate da miliziani islamisti di al-Nusra.