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sabato 31 maggio 2014

"Mettendo al primo posto il bene della Siria, di tutti i suoi abitanti" : il Papa e gli aleppini


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AGLI OPERATORI DI CARITÀ IN SIRIA

Venerdì, 30 maggio 2014

Eminenza, Eccellenze,
cari fratelli e sorelle,


vi ringrazio per la vostra presenza a questo incontro, promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum. Vi ringrazio soprattutto per il contributo quotidiano che voi, come organismi di carità cattolici, state dando in Siria e nei Paesi vicini, per aiutare le popolazioni colpite da quel terribile conflitto. Saluto il Cardinale Robert Sarah e rivolgo un caloroso benvenuto a tutti voi, specialmente a quanti si sono messi in viaggio dal Medio Oriente per essere qui oggi – e anch'io porto negli occhi e nel cuore il Medio Oriente, dopo il pellegrinaggio dei giorni scorsi in Terra Santa.

Un anno fa ci siamo riuniti per ribadire l'impegno della Chiesa in questa crisi e per lanciare insieme un appello per la pace in Siria. Ora ci incontriamo di nuovo, per tracciare un bilancio del lavoro finora svolto e per rinnovare la volontà di proseguire su questa strada, con una collaborazione ancora più stretta. Ma dobbiamo riscontrare con grande dolore che la crisi siriana non è stata risolta, anzi va avanti, e c'è il rischio di abituarsi ad essa: di dimenticare le vittime quotidiane, le indicibili sofferenze, le migliaia di profughi, tra cui anziani e bambini, che patiscono e a volte muoiono per la fame e le malattie causate dalla guerra. Questa indifferenza fa male! Un'altra volta dobbiamo ripetere il nome della malattia che ci fa tanto male oggi nel mondo: la globalizzazione dell'indifferenza.

L'azione di pace e l'opera di assistenza umanitaria che gli organismi caritativi cattolici svolgono in quel contesto sono espressione fedele dell'amore di Dio per i suoi figli che si trovano nell'oppressione e nell'angoscia. Dio ascolta il loro grido, conosce le loro sofferenze e vuole liberarli; e a Lui voi prestate le vostre mani e le vostre capacità. È importante che voi operiate in comunione con i Pastori e le comunità locali; e questa riunione costituisce un'occasione propizia per individuare opportune forme di collaborazione stabile, nel dialogo tra i diversi soggetti, allo scopo di organizzare sempre meglio i vostri sforzi per sostenere le Chiese locali e tutte le vittime della guerra, senza distinzioni etniche, religiose o sociali.

Oggi siamo qui anche per fare nuovamente appello alle coscienze dei protagonisti del conflitto, delle istituzioni mondiali e dell'opinione pubblica. Tutti siamo consapevoli che il futuro dell'umanità si costruisce con la pace e non con la guerra: la guerra distrugge, uccide, impoverisce popoli e Paesi. A tutte le parti chiedo che, guardando al bene comune, consentano subito l'opera di assistenza umanitaria e quanto prima facciano tacere le armi e si impegnino a negoziare, mettendo al primo posto il bene della Siria, di tutti i suoi abitanti, anche di quelli che purtroppo hanno dovuto rifugiarsi altrove e che hanno il diritto di ritornare al più presto in patria. Penso in particolare alle care comunità cristiane, volto di una Chiesa che soffre e spera. La loro sopravvivenza in tutto il Medio Oriente è una profonda preoccupazione della Chiesa universale: il Cristianesimo deve poter continuare a vivere là dove sono le sue origini.

Cari fratelli e sorelle, la vostra azione caritativa e assistenziale è un segno importante della vicinanza di tutta la Chiesa, e della Santa Sede in particolare, al popolo siriano e agli altri popoli del Medio Oriente. Vi rinnovo la mia gratitudine per quello che fate e invoco su di voi e sul vostro lavoro la benedizione del Signore. La Madonna vi protegga. Io prego per voi e voi pregate per me!

http://www.news.va/it/news/messaggio-agli-operatori-di-carita-in-siria-30-mag


APPELLO DA ALEPPO AGLI OPERATORI DI CARITA' RIUNITI IN 'COR UNUM'


LA SITUAZIONE PRECIPITA  IN ALEPPO

 Nelle ultime settimane  si era sparsa la voce che i ribelli di Aleppo avrebbero aumentato  i loro mortai sui quartieri Aleppo per fare pressione sullo Stato e impedire lo svolgimento delle elezioni presidenziali in programma per Martedì 3 giugno.
 Perché sono uomini d'onore ...
... HANNO MANTENUTO LA PAROLA!

Da 3 giorni, razzi e colpi di  mortai non cessano di cadere su Aleppo e in particolare sul quartiere Midan . Questa è l'area dove gli affitti sono più economici e dove abitano le famiglie povere e quelle sfollate da Jabal Al Sayde. Ma è anche la zona di confine della linea del fronte, dunque la più esposta . Molte famiglie di cui ci prendiamo cura hanno ricevuto schegge di mortai nei loro appartamenti, molte persone sono rimaste ferite e diversi sono i morti . 

Oggi, venerdì pomeriggio, la situazione è diventata insostenibile per queste famiglie ed è iniziato per loro il secondo esodo. 
(Avevano lasciato Jabal al Sayde il 30 marzo 2013 a seguito dell'invasione del quartiere da parte dei ribelli. Abbiamo ospitato 23 famiglie da noi presso il convento dei Fratelli per 6 mesi, poi le abbiamo aiutate a prendere in affitto degli appartamenti ). Fuggono dalle loro case, ci telefonano, ci supplicano di trovare loro un rifugio , anche solo temporaneo.. . Sono in preda al panico, hanno paura.  
Mentre scrivo queste parole, le sirene delle ambulanze fanno un frastuono assordante .

E TUTTAVIA ...

Non avevamo smesso di mettere in guardia i responsabili religiosi circa il problema degli alloggi degli sfollati. Abbiamo bussato invano alle porte delle associazioni cattoliche internazionali per richiedere un finanziamento per trovare per loro un’ abitazione. E' stato sempre un RIFIUTO.

Oggi, queste organizzazioni sono riunite  in Vaticano sotto gli auspici del COR UNUM . Possano essi ascoltare  questo URGENTE  APPELLO dagli Aleppini, da coloro che qui vivono la loro presenza e condividono, con le persone più vulnerabili, le loro sofferenze.

 Nabil Antaki,  per i Maristi Blu

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