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martedì 3 settembre 2013

E se la verità sulle armi chimiche fosse un'altra?


Siria: i gas (forse) erano proprio dei ribelli

da La Bussola Quotidiana - 3 settembre 2013
di Gianandrea Gaiani

Nonostante in tutto il mondo la crisi siriana sia al centro dell’attenzione pochi media hanno diffuso una notizia che dovrebbe risultare invece di grande interesse soprattutto per dipanare la matassa intorno all’origine e all’impiego del gas nervino che il 21 agosto ha ucciso un numero imprecisato di persone nei sobborghi di Damasco. Con una serie di interviste alcuni ribelli siriani appartenenti a gruppi islamisti attivi nel settore di Ghouta hanno ammesso che sono stati loro i responsabili del massacro di civili che Washington e parte della comunità internazionale vorrebbe attribuire ad Assad.
Le armi chimiche sarebbero state fornite ai miliziani dal loro “sponsor”, l’Arabia Saudita attraverso i servizi d’intelligence guidati dal principe Bandar bin Sultan. La “fuga di gas” sarebbe da attribuire all’inesperienza dei miliziani a maneggiare armi chimiche che in ogni caso è probabile avessero ricevuto per creare un incidente a pochi chilometri dall’hotel che ospitava i tecnici dell’Onu esperti proprio in armi chimiche creando così un casus belli. Il reportage firmato da Dale Gavlak (che collabora da anni con l’agenzia Associated Press con corrispondenze da Amman) e Yahya Ababneh il 29 agosto non è certamente di quelli che passano inosservati.  Stranamente non apparso sul sito dell’AP ma sul giornale on line Mintpressnews. Per quale ragione? Le fonti non erano considerate affidabili o la notizia era “troppo esplosiva” per essere diffusa da una delle principali agenzie di stampa del mondo? Il report sul campo è stato effettuato da Yahya Ababneh che ha parlato con i ribelli e i famigliari delle vittime mentre Dale Gavlak ha raccolto la documentazione e fatto il lavoro di ricerca. Le diverse testimonianze parlano chiaro, i ribelli nascondono in moschee e case private le armi, anche quelle chimiche ma a causa dell’inesperienza avrebbero commesso un errore fatale liberando il sarin. Un errore subito dopo sfruttato a fini propagandistici realizzando i video con i quali viene accusato il regime.

   continua qui la letturahttp://www.lanuovabq.it/it/articoli-siria-i-gas-forse-erano-proprio-dei-ribelli-7201.htm



Siria, ribelli: «Abbiamo fatto esplodere noi per sbaglio le armi chimiche». Il reportage che nessuno cita


http://www.tempi.it/siria-ribelli-armi-chimiche-ghouta-reportage



Testimonianze siriane a Ghuta: sono stati i ribelli, riforniti dall’Arabia Saudita, a usare armi chimiche
Le prove ci sono, ma contro i “ribelli”
di Dale Gavlak, Yahya Ababneh


http://www.mintpressnews.com/witnesses-of-gas-attack-say-saudis-supplied-rebels-with-chemical-weapons/168135/

http://www.ossin.org/crisi-siriana/le-prove-ci-sono-ma-contro-i-ribelli.html


I ribelli siriani ammettono che il Sarin è responsabilità loro, si è trattato di un incidente

Il costo della ricostruzione della Siria: 73 miliardi di dollari

A Damasco tra macerie e paura. "Ma qui dei gas non c'è ombra"

Le testimonianze raccolte dal nostro cronista, unico reporter italiano nell'area del presunto attacco chimico: "Le bombe sono un incubo. Eppure la storia del sarin..."

da Il Giornale - 03/09/2013
di Gian Micalessin
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Malek, un regista sulla sessantina seduto sul balcone di un appartamento affacciato su piazza Khouri tira le tende, mostra finestre e tapparelle trasformate in colabrodo. «Io nella vita faccio il regista sono abituato a cercar di capire quel che mi succede attorno. Qui ogni notte vedo e sento i bombardamenti dei ribelli. Vedo anche quelli dell'esercito che risponde. Quando il tutto sale d'intensità scappo in cantina per salvare la pelle. Di gas non ne ho mai visto l'ombra. Eppure vivo in prima fila. Se faccio due passi e arrivo a quell'angolo riesco a scorgere le case e le strade di Jobar. Tutta questa faccenda mi sembra perfettamente in linea con la politica di Obama. Lui è un presidente assai bravo a predicare, ma assai poco attento a guardare cosa succeda veramente sulla faccia della terra. Si sforza di credere alla faccenda dei gas perché si sposa bene con la sua strategia. Lui sta dalla parte dei ribelli e li usa per i suoi scopi. Ma mi fa veramente ridere quando minaccia di bombardarci per salvare il popolo siriano. Là davanti a Jobar combattono tunisini, afghani, ceceni, turchi e al qaidisti nemici dell'America. Qui invece vivono solo siriani. Siriani di tutte le fedi e di tutte le etnie come è sempre stato qui in Siria negli ultimi cinquant'anni. Ma per lui il vero popolo siriano è quello venuto dall'estero. Quello che ci spara addosso da Jobar».

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/damasco-macerie-e-paura-qui-dei-gas-non-c-ombra-laltra-verit-947253.html


«Si fermi il rumore delle armi». Appello contro l’intervento militare in Siria : firma anche tu!


Sottoscrivete l’appello di Tempi, Ora pro Siria e Cultura Cattolica contro l’intervento militare in Siria. Il testo con le firme sarà inviato ai parlamentari italiani e al ministro degli Esteri