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giovedì 31 ottobre 2013

Il massacro dei cristiani siriani

L’Arcivescovo siro-ortodosso Alnemeh: “A Sadad il più grande massacro di cristiani in Siria”


Agenzia Fides 31/10/2013

Sadad  – “Quello avvenuto a Sadad è il più grave e ampio massacro di cristiani avvenuto in Siria da due anni e mezzo”: è perentorio l’Arcivescovo Selwanos Boutros Alnemeh, Metropolita siro-ortodosso di Homs e Hama, nell’illustrare a Fides il tragico bilancio di vittime nella cittadina cristiana di Sadad, invasa dalle milizie islamiste una settimana fa e poi riconquistata dall’esercito siriano. “I civili innocenti, martirizzati senza alcun motivo, sono 45, e fra loro diverse donne e bambini, molti buttati in fosse comuni. Altri civili sono stati minacciati e terrorizzati. I feriti sono 30 e le persone scomparse sono tuttora 10. Per una settimana, 1.500 famiglie sono state tenute come ostaggi e scudi umani. Fra loro bambini, vecchi, giovani, uomini e donne. Alcuni di loro sono fuggiti a piedi percorrendo 8 km da Sadad ad Al-Hafer per trovare rifugio. Circa 2.500 famiglie sono fuggite da Sadad, portando con sé solo i vestiti che avevano indosso, a causa dell’irruzione dei gruppi armati e oggi sono profughi sparsi tra Damasco, Homs, Fayrouza, Zaydal, Maskane, e Al-Fhayle”.
L’arcivescovo prosegue manifestando tutta la sua amarezza: “In città mancano del tutto elettricità, acqua e telefono. 

Tutte le case di Sadad sono state derubate, e le proprietà saccheggiate. Le chiese sono danneggiate e dissacrate, private di libri antichi e arredi preziosi, imbrattate di scritte contro il cristianesimo. Le scuole, gli edifici governativi, gli edifici comunali sono distrutti, insieme con l'ufficio postale, l'ospedale e la clinica. Ai bambini di Sadad è stato rubato il futuro. Molte case non potranno nemmeno essere ricostruite”.
“Quanto accaduto a Sadad – afferma – è il più grande massacro dei cristiani in Siria e il secondo in tutto il Medio Oriente, dopo quello nella Chiesa di Nostra Signora della Salvezza in Iraq, nel 2010”.
L’Arcivescovo Selwanos Boutros Alnemeh conclude: “Abbiamo gridato soccorso al mondo ma nessuno ci ha ascoltati. Dov'è la coscienza cristiana? Dov'è la coscienza umana ? Dove sono i miei fratelli? Penso a tutte le persone sofferenti, oggi nel lutto e nel disagio: ho un nodo alla gola e mi piange il cuore per quanto è successo nella mia arcidiocesi. Quale sarà il nostro futuro? Chiediamo a tutti di pregare per noi”.
Sadad è una piccola città di 15.000 persone, in maggioranza cristiani siro-ortodossi, situata 160 km a Nord di Damasco. Conta 14 chiese e un monastero con quattro sacerdoti. La città era rimasta finora fuori dal conflitto. 



Fosse comuni a Sadad: 45 civili cristiani uccisi dalle milizie islamiste

Agenzia Fides 31/10/2013

Sadad  – Sono stati rinvenuti in due distinte fosse comuni i corpi di trenta i civili cristiani, inclusi donne e bambini, uccisi dalle milizie islamiste nella città di Sadad. E, nel complesso, i civili cristiani uccisi nella cittadina a metà strada fra Homs e Damasco sono 45. E’ quanto comunica all’Agenzia Fides il Patriarcato Siro ortodosso di Damasco. La città di Sadad, insediamento cristiano, è stata invasa e occupata dalle milizie islamiste il 21 ottobre ed è stata riconquistata nei giorni scorsi dall’esercito regolare siriano. I rappresentanti del Patriarcato e le famiglie delle vittime, rientrati in città, vi hanno trovato, nell’orrore generale, due fosse comuni, dove hanno rinvenuto i cadaveri dei loro parenti e amici. In una atmosfera di lutto, sdegno e commozione, i funerali dei trenta cristiani sono stati celebrati dall’Arcivescovo Selwanos Boutros Alnemeh, Metropolita siro-ortodosso di Homs e Hama, che ha fornito a Fides l’elenco delle vittime.
Secondo il racconto di testimoni oculari, molti dei civili sono stati uccisi dai miliziani delle bande di “Al- Nusra” e “Daash” mentre cercavano di fuggire o di mettersi in salvo, il giorno dell’invasione improvvisa. La città risulta oggi del tutto distrutta e saccheggiata. Alcuni dei militanti che hanno invaso la città si erano rintanati nella chiesa siro-ortodossa di San Teodoro, che è stata profanata. 


Sadad è un antico villaggio siriaco risalente al 2000 a. C., situato nella regione del Qalamoon, a nord di Damasco, caratterizzato da chiese, templi, icone storiche e siti archeologici. 

Devastating Images & Report from the Christian Town of Sadad in Syria 



La diplomazia internazionale è alle prese con il tentativo di non far naufragare l’imminente conferenza di pace “Ginevra 2”, mentre dall'Oms è arrivata la conferma che nel Paese è in atto un'epidemia di poliomielite. Ulteriore dramma di una guerra che sta piagando la popolazione siriana, alle prese da più di due anni e mezzo con una terribile guerra fratricida, causa di una delle più gravi emergenze umanitarie della storia. Intanto dal terreno giunge la notizia della riconquista da parte dell’esercito del villaggio a maggioranza cristiana di Sadad, vicino alla città di Homs. Alcune migliaia di persone sarebbero state liberate dall’assedio dei ribelli. La notizia è confermata anche da mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, intervistato da Salvatore Sabatino:

R. – Ho appena appreso anch’io che è stato rotto l’accerchiamento, così come ho avuto notizia, questa mattina, che è stato rotto anche l’accerchiamento di altri due villaggi: uno si chiama Mudamieh un altro Daraya, a sud di Damasco, con la buona volontà delle parti, aiutate da mediatori sul posto. Ci sono anche alcuni aspetti positivi, pur in questo clima di violenza e di sangue di tutti i giorni … Quindi, direi che anche queste schiarite potrebbero aiutarci, potrebbero aiutare la comunità internazionale a proseguire, a non perdere la fiducia e a riprendere con maggiore coraggio e determinazione: veramente è una scalata, più che una strada in salita …

D. – Il volto di questa guerra sta continuamente cambiando, ed è ormai provato che nel Paese siano entrati combattenti provenienti da altri luoghi. Si parla di affiliati alla galassia di al Qaeda. Lei conferma questa presenza?

R. – Direi che questo è sotto gli occhi di tutti. La storia di questo conflitto è veramente complicata: se lo si osserva dalle prime settimane, dai primi mesi, dal primo anno in poi, si vede che il conflitto è andato aggrovigliandosi e complicandosi. Credo che, se non si riesce a districare quanto prima questa matassa, andrà complicandosi ancora di più e a rendere sempre più difficile una soluzione che tutti ci auguriamo.

D. – Da tre mesi non si hanno più notizie di padre Paolo Dall’Oglio, molto apprezzato in Siria per il suo impegno per il dialogo e la pace. Ha notizie al riguardo?

R. – Beh, ogni tanto a questa nunziatura giungono delle voci, di cui è difficile controllare la consistenza; voci di ogni sorta … Io mi tengo in contatto con la sua comunità monastica di Mar Moussa, ogni tanto telefono o li incontro, li incoraggio perché sono coloro che più ne soffrono, questi suoi figli spirituali. Naturalmente, bisogna sempre conservare la speranza che possa, prima o poi, risolversi felicemente questo dramma, questa sofferenza, per tutti noi …

Sulla situazione a Sadad ascoltiamo padre Ziad Hilal, che proprio questa mattina si è recato nella cittadina siriana, intervistato da Helene Destombes: 

R. – J’étais à Sadad, avec un autre prêtre, …
Mi sono recato a Sadad, con un altro prete siriaco-cattolico. Ci sono molti edifici, molte case danneggiate o addirittura distrutte; tra questi, la scuola del villaggio, anch’essa invasa e distrutta, come anche gli altri edifici ufficiali. Sono andato a vedere le quattro chiese, delle quali tre siriaco-ortodosse e una chiesa siriaco-cattolica: sono danneggiate tutte e quattro, sono state utilizzate come ricovero da integralisti che erano venuti nel villaggio. Ci sono dentro materassi, coperte … Hanno anche scritto degli slogan sui muri delle chiese, all’interno, sull’altare, ovunque … Hanno spaccato il santissimo sacramento in tutti gli altari delle quattro chiese; i danni sono grandi nelle chiese, ma anche nelle strade. Ho potuto incontrare il prete che mi ha detto che fino a ieri sono stati sepolti 29 cristiani del villaggio; ce ne sono ancora due da lui … Ecco, questo è quello che ho visto, finora.

D. – Quanti cristiani erano stati assediati in questa cittadina?

R. – J’ai vu pas mal: il y avait à peux près 1.500 personnes là-bas, ils n’ont pas …
Ce n’erano parecchi: c’erano circa 1.500 persone che non sono potute uscire. Questa mattina ho visto alcune vetture piene di bambini, uomini e donne che hanno vissuto questi giorni terribili e che hanno preferito andare via per qualche giorno, venire a Homs o in altre località, ma non so se vorranno tornare …

D. – In questo momento, chi si prende cura di queste famiglie? Ci sono delle organizzazioni umanitarie, delle associazioni che se ne occupano?

R. – En fait, jusqu’à maintenant, ce sont les églises qui organisent les aides humanitaires …
A tutt’oggi, sono le Chiese che organizzano gli aiuti umanitari. Stiamo contattando le diverse organizzazioni per far fronte all’urgenza ed aiutare le persone. Non bisogna nemmeno dimenticare che è compito dello Stato, lavorare per risistemare le strade, le scuole, gli edifici ufficiali.

D. – I ribelli che si trovavano nel villaggio di Sadad, sono fuggiti o sono stati uccisi dall’esercito?

R. – Il y avait un combat; la plupart, ils ont fui, les autres je pense ils ont été abattu. …
C’è stato un combattimento; la maggior parte di loro è fuggita, e penso che gli altri siano stati uccisi.


 

  Omar Gharba, religioso wahhabita, appartenente all’Armata Siriana Libera (ESL)


Rogo di libri cristiani a Raqqa

Agenzia Fides 25/10/2013

Raqqa  – I miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL), la fazione quaedista che in diverse regioni della Siria ha monopolizzato l'insurrezione armata contro il regime di Damasco, nei giorni scorsi hanno organizzato un rogo di Bibbie e libri cristiani davanti alla chiesa greco-cattolica di Nostra Signora dell'Annunciazione a Raqqa, la città siriana da mesi sotto controllo delle milizie anti-Assad. 
A fornire informazioni all'Agenzia Fides intorno all'azione intimidatoria è una nota dell'agenzia curda indipendente "AraNews", nota per le sue posizioni critiche nei confronti del regime siriano e in contatto con attivisti e informatori che da Raqqa hanno fatto filtrare la notizia tramite i social network.



La regione di Raqqa è stata teatro di scontri tra l'esercito di Assad e le milizie dell'opposizione nel marzo scorso. Dopo il ritiro dell'esercito governativo, sono iniziati gli scontri interni allo schieramento anti-regime tra i battaglioni dell'Esercito Libero Siriano e i gruppi quaedisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, che hanno avuto la meglio. Lo scopo dichiarato di questa fazione è la creazione di un califfato islamista nelle aree cadute sotto il proprio controllo. 
A tale scopo, le popolazioni civili vengono sottoposte a campagne di indottrinamento e fanatizzazione a base di ideologia jiahdista. Già lo scorso settembre diversi video circolati online avevano documentato le azioni vandaliche compiute contro le due chiese della città di Raqqa dai militanti dell'ISIL, con la distruzione di croci, statue e immagini sacre.
A Raqqa, alla fine di luglio, è stato rapito il gesuita romano Paolo Dall'Oglio. Come ricostruito dall'Agenzia Fides (26/8/2013) i principali indiziati del rapimento di padre Paolo sono proprio gli affiliati all'ISIL.

http://www.fides.org/it/news/53832-ASIA_SIRIA_Rogo_di_libri_cristiani_a_Raqqa#.UmpoFm1H7wo

martedì 29 ottobre 2013

In Siria tornano liberi numerosi rapiti. C'è attesa anche per i religiosi cristiani


Terrasanta.net | 23 ottobre 2013

 Potremmo essere a un momento decisivo per la sorte dell’arcivescovo greco ortodosso Boulos al-Yazigi, dell’arcivescovo siriaco ortodosso Yohanna Ibrahim, del gesuita italiano padre Paolo Dall’Oglio e di due sacerdoti locali: padre Michel Kayyal (armeno cattolico) e padre Maher Mahfuz (greco-ortodosso). Tutti rapiti in Siria, in varie circostanze, tra febbraio e agosto di quest’anno.

Infatti negli ultimi quattro giorni decine di ostaggi, vittime del conflitto siriano, sono stati rilasciati grazie ad un’azione diplomatica condotta dai governi di Qatar, Libano e Turchia. Azione che potrebbe coinvolgere anche i religiosi cristiani fino ad oggi scomparsi.
Le liberazioni «a catena» sono iniziate il 19 ottobre, lo scorso sabato, quando sono stati rilasciati nove pellegrini sciiti libanesi, rapiti in Siria 17 mesi fa. Facevano parte di un gruppo di undici ostaggi (di cui due già rilasciati nei mesi scorsi) sequestrati nel nord della Siria mentre erano di ritorno da un pellegrinaggio in Iraq. Il gruppo dei pellegrini, appena rimesso in libertà, è stato portato in Turchia e da lì è ritornato in Libano su un jet privato del Qatar, sul quale viaggiavano anche il ministro degli Esteri qatariano, Khaled al-Attiyah, e Abbas Ibrahim, capo dei servizi di sicurezza libanese.

Secondo il giornale di Beirut al Akhbar, le trattative per il rilascio degli ostaggi libanesi sono durate dieci mesi e il successo si deve anche all’impegno assunto dal Qatar di versare 9 milioni di dollari a quattro leader ribelli. Stando al ministro dell’Interno libanese Marwan Charbel, l’ex-primo ministro Saad Hariri - leader sunnita oggi all’opposizione - avrebbe giocato un ruolo fondamentale per la liberazione degli ostaggi sciiti: «Già nel maggio 2012 aveva cercato di negoziarne il rilascio, senza successo», ha rivelato Charbel. Il coinvolgimento di Hariri nelle trattative potrebbe contribuire a distendere il rapporto conflittuale tra sunniti e sciiti in Libano.
Quello dei nove libanesi è stato il primo anello di una catena di liberazioni in corso in questi giorni; il segnale atteso per il rilascio di due piloti delle linee aeree turche - Murat Akpinar e Murat Agca - rapiti nei pressi dell’aeroporto di Beirut e rimasti 71 giorni nelle mani di un gruppo libanese. Una volta rilasciati, anche loro sono stati riportati a casa a bordo di un aereo del Qatar, per essere accolti domenica 20, con tutti gli onori, dalle autorità di Ankara.
Ieri si è realizzato un altro capitolo del piano per il rilascio di prigionieri: le autorità siriane hanno restituito la libertà a 14 donne arrestate perché ritenute vicine ai ribelli. Sono le prime di una lunga lista di persone ancora da liberare. «Per la loro sicurezza dovranno lasciare il Paese - ha dichiarato all’Agenzia France Presse l’attivista per i diritti umani Sema Nassar -. In lista restano altre 128 donne che attendono di tornare libere».

La speranza è che un ultimo capitolo di questa «settimana di liberazioni» riguardi i religiosi cristiani.

Sempre secondo il ministro libanese Charbel – citato dal quotidiano Ya Libnan - i vescovi Yazigi e Ibrahim, rapiti il 22 aprile scorso nei pressi di Aleppo, sarebbero «in buone condizioni di salute». Si troverebbero in un sobborgo di Aleppo ma gli scontri armati ancora in corso nell’area ostacolerebbero il loro rilascio.
Per il quotidiano online libanese Naharnet, il capo dei servizi segreti libanesi, Abbas Ibrahim, avrebbe incontrato in questi giorni il presidente siriano Bashar al Assad, per discutere il caso dei due vescovi di Aleppo. Questione sollevata anche dal patriarca maronita Bechara Rai presso le autorità del Qatar, Paese in cui si è recato in visita ufficiale.

http://www.terrasanta.net/tsx/articolo.jsp?wi_number=5653&wi_codseq=SI001 &language=it


Gran mufti di Siria: I vescovi ortodossi rapiti sono vivi e in Turchia

AsiaNews 29/10/2013
 A riferire le parole di Ahmad Badreddin Hassoun sono stati i vertici di un'organizzazione umanitaria russa impegnata in Medio Oriente e che hanno incontrato a Mosca il leader spirituale siriano. 
"Dietro il sequestro, militanti ceceni e servizi turchi".


   leggi su: http://www.asianews.it/notizie-it/Gran-mufti-di-Siria:-I-vescovi-ortodossi-rapiti-sono-vivi-e-in-Turchia-29398.html

lunedì 28 ottobre 2013

Quanto è distorta l'informazione sulla Siria


La Bussola Quotidiana  25-10-2013

Intervista a Monsignor Giuseppe Nazzaro
di Giovanni Boscagli

C’è sempre il rischio di appassionarsi ad una grande tragedia del mondo e poi relegarla nel dimenticatoio. E’ il pericolo che sta correndo adesso la Siria. Ci può essere ancora un altro rischio, ovvero quello di farsi idee errate di episodi veri, o indignarsi per fatti mai esistiti nella realtà. La Siria può essere uno di questi casi e allora abbiamo chiesto a Monsignor Giuseppe Nazzaro, Vicario Apostolico di Aleppo dal 2002 fino alla scorsa primavera, di aiutarci a capire meglio cosa sia la Siria e cosa stia realmente avvenendo.

Monsignor Nazzaro, ci descrive la vita del popolo siriano e dei cristiani prima e dopo la rivolta?
Prima della rivolta si viveva in pace, vi erano delle differenze culturali e di religione ma c’era rispetto reciproco. Tenga presente che i cristiani si trovano in Siria da più di duemila anni, infatti dopo la predicazione del Vangelo di Gesù, iniziarono le persecuzioni e molti si rifugiarono in Siria. Il sinedrio mandò poi Saulo di Tarso (Paolo) a catturare i seguaci della dottrina cristiana per imprigionarli e portarli a Gerusalemme. Poi Paolo a Damasco si convertirà e diverrà uno di loro. Gli islamici arrivano in Siria nell’ottavo secolo e da subito hanno convissuto con i cristiani in maniera pacifica tanto che le famiglie cristiane sono rimaste come factotum della nuova amministrazione pubblica islamica. Il caso più eclatante è la famiglia dei Mansour, da cui discese anche San Giovanni Damasceno. Tale famiglia ha collaborato per molti anni con l’amministrazione musulmana. Ancora oggi si convive, tanto che gli oppositori del regime, che non sono i cosiddetti “ribelli”, non hanno nulla contro i cristiani.

Ma scusi, allora chi vuole eliminare i cristiani?
Sono i terroristi; ceceni, afgani, pakistani e i salafiti, ovvero musulmani estremisti che vengono da tutto il mondo e vogliono eliminare tutto ciò che non è islamico. Questi vogliono creare il Califfato islamico, ma è importante sottolineare come queste formazioni non siano affatto siriane.

Che effetti ha avuto la giornata di preghiera e digiuno indetta da Papa Francesco?
Tutto il popolo ha molto apprezzato l’iniziativa del Santo Padre e la cosa bella e stupefacente è stata  la preghiera congiunta di cristiani e musulmani.

Come si è arrivati all’uso delle armi e in che modo i media mondiali fanno informazione?
L’opposizione siriana ha iniziato a chiedere alcune riforme, come ad esempio scuole e università islamiche, il velo per le donne anche nella pubblica amministrazione e le hanno ottenute. Dopo, però, hanno iniziato a imbracciare le armi ed il governo ha iniziato a difendersi in risposta ad alcune provocazioni. Successivamente è iniziata una campagna di totale discredito nei confronti del governo di Assad. Ci sono alcuni fatti emblematici, come ad esempio quello avvenuto una mattina di metà luglio in cui l’esercito ha sparato su una scuola uccidendo trenta bambini. Resta una domanda: cosa ci facevano i bambini a scuola in quel mese visto che la attività scolastica finisce a maggio? L’esercito ha sparato all’edificio perché da quello stesso stabile erano arrivati dei colpi, per cui per difendersi ha replicato al fuoco. A seguito di questo Assad e l’esercito sono stati accusati di essere digli spietati assassini di innocenti, ma la verità non era quella. Quei poveri bambini erano stati usati come scudi umani, per screditare completamente l’esercito governativo. Un altro episodio tragico e significativo è avvenuto in un cittadina della Siria, Ghisser Choughourun, dove un gruppo di ribelli ha assaltato una stazione di polizia uccidendo i poliziotti presenti, poi dalla stessa centrale hanno chiamato altri dalle zone circostanti. Erano circa centoventi e hanno ammazzato anche questi. Nel giro di poche ore i media mondiali riportano la notizia dicendo che la polizia siriana ha ucciso centoventi civili e successivamente sostengono che l’esercito ha ucciso soldati e ufficiali perché non hanno voluto sparare sulla folla. Questi due episodi dimostrano come i fatti possono essere completamente distorti.

Come è la situazione ad Aleppo?
Ad Aleppo la situazione è drammatica, i cristiani muoiono, perché la città è divisa in due aree e non riescono a recuperare il necessario spostandosi dall’altra parte della città; inoltre i cristiani non escono di casa perché se venissero catturati dovrebbero pagare un ingente riscatto. Aleppo fino a poco tempo fa era la capitale economica della Siria, era come Milano per l’Italia, ricca di aziende. Contro queste imprese sono stati poi commissionati furti da persone oltre il confine turco e sono stai sottratti a queste stesse attività  milioni di dollari in macchinari portati poi oltre il confine turco. E pensare che Aleppo è stata, qualche anno fa, eletta capitale della cultura islamica mondiale, una manifestazione che coinvolge cristiani e musulmani.

Che posizione tiene l’Occidente?
L’Occidente sa della situazione e ci convive per questioni di interesse economico, infatti vende armi sia all’esercito che ai terroristi e in questo modo svuota i propri depositi. Nello stesso tempo si prepara a partecipare alla ricostruzione delle citta e della società dopo la guerra. In questo modo si impadronirebbe del paese, perché quest’ ultimo non avendo di che pagare sarebbe costretto a cedere i suo giacimenti di gas, vero interesse di tutte le potenze mondiali. È la nuova colonizzazione.

I cristiani vogliono andare via?
I cristiani non vorrebbero lasciare la Siria, quella è casa loro e anche il Gran Mufti della Siria, ha più volte ribadito pubblicamente che i cristiani non se ne devono andare perché la Siria è casa loro, altrove sarebbero stranieri e fuori posto. I cristiani solamente denunciano il fatto che l’occidente li discrimina a discapito dei musulmani quando si presentano a chiedere un visto.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-quanto-e-distorta-linformazione-sulla-siria-7585.htm


"Sui conflitti in Medio Oriente i cristiani occidentali sono poco informati"


Agenzia Fides -  19/10/2013

Latakia  - Riguardo alle vicende del Medio Oriente e in particolare alla tragedia della Siria “L'Occidente, comprese le sue Chiese, è per molti aspetti scarsamente informato, nonostante le buone intenzioni”. 
Così il Vescovo Elias Sleiman, a capo dell'eparchia maronita di Latakia, in un'intervista appena rilanciata dalla sezione Usa di Aiuto alla Chiesa che soffre ha puntato i riflettori sul deficit informativo riguardo ai processi in atto nell'area mediorientale che a suo giudizio rischia di pesare negativamente anche sulle mosse della comunità internazionale in merito al conflitto siriano. 

“Il problema di tanti media” ha specificato il Vescovo siriano “è che essi non colgono davvero il quadro reale della situazione. La primavera araba è stata dipinta come una spinta decisa verso la libertà e la democrazia, ma i risultati effettivi in Libia, Egitto e Yemen, per esempio, hanno dimostrato altrimenti”. 

La regione di Latakia, nel nord della Siria, è stata finora sostanzialmente risparmiata dal conflitto. Nel territorio i cristiani continuano a convivere pacificamente con gli alawiti. Secondo il Vescovo Sleiman, l'unica strada per uscire dal conflitto è aumentare le pressioni internazionali per arrivare “a un dialogo tra il regime e gli elementi moderati dell'opposizione”. I grandi attori internazionali devono spingere le diverse parti “a sedersi al tavolo dei negoziati”, tenendo conto che “la grande sfida è il fanatismo religioso” e che adesso “i ribelli moderati e gli islamisti hanno cominciato a combattere gli uni contro gli altri”.

sabato 26 ottobre 2013

"Eppure possiamo ancora vedere i segni di Dio , in questo inferno che è diventato Aleppo"





         Intervista a Claude Zerez di Aleppo


F.C.S.O. 18 ottobre 2013 

1 - Come vede il destino dei cristiani di Aleppo ?

Io sento che Dio , facendoci nascere in questa terra di Siria , aveva un piano per noi e su di noi e ci ha chiesto di continuare a portare la fiaccola della fede tramandata dai nostri antenati che furono sottoposti prima di noi alla sofferenza della persecuzione .

Ho appreso oggi che i cristiani di Yabroud " e Kalamoun sono stati costretti a pagare una " jizya " mensile ai " takfiristi " [ 1 ] .

Il pericolo che incombe è molto grande , e i consigli alla prudenza ci portano ad allontanarci da zone calde e persino a lasciare il paese in attesa di una soluzione alla guerra .
Molti martiri cristiani sono caduti . I nostri figli , i nostri soldati , le nostre donne , quasi tutte le famiglie sono colpite ... Inoltre , centinaia di famiglie cristiane hanno perso le loro case e si sono ritrovate in miseria , prese dalla fame o trascinate in perdizione .

Nonostante l'emigrazione di decine di migliaia di Cristiani siriani , ce ne saranno sempre, sappiamo che rimarranno qui sul posto e continueranno a brillare con la vivacità della loro fede , la luce di Cristo .


2 - Pensa che la sorte dei Cristiani di Aleppo sia diversa da quelli del resto della Siria ?

Credo che Aleppo sia la città che ha subito il maggior danno per la guerra , con la distruzione di più di metà della città , naturalmente , ma ora soprattutto per la carenza di molti beni essenziali per la vita quotidiana . Tuttavia, altre città , come ad esempio Raqqa , Tabqa , Yacoubieh e Maaloula sono state svuotate di ogni presenza cristiana con la distruzione di chiese e le stragi di famiglie cristiane ...

Dobbiamo riconoscere che la tentazione di lasciare la Siria oggi è grande, ma in Aleppo, sia i cristiani poveri , ma anche i membri della ricca borghesia , rimangono attaccati alla loro città. Coloro che restano sul posto possono sopravvivere solamente facendo affidamento sul supporto dei musulmani con i quali condividono il quartiere, la sofferenza e l' assedio della città , ma anche , e altrettanto, sui soldati dell'esercito arabo siriano .


3 - Qual è il sentimento che vi sostiene mentre siete assediati in Aleppo ?

La sensazione potrebbe essere la stessa che ha ispirato la mia nonna nel 1915 , quando gli Ottomani avevano assassinato 38 suoi familiari in Mardin in Turchia ... In quel periodo, sacerdoti e vescovi armeni sono stati uccisi dalle sciabole degli Ottomani . Il mio sentimento è un misto di preoccupazione , di fiducia in Dio , di vicinanza ai martiri ed in particolare a quelli dei primi tempi del cristianesimo . Sembra che la storia si ripeta 
Aleppo assediata, mancante dell'essenziale, ci porta sostanzialmente più vicini ai paesi più poveri , ai popoli dell'Africa soggetta ai capricci del clima , che a volte avevamo considerato con indifferenza . Ora, io non guardo più i poveri allo stesso modo!

Questa crisi che viviamo dentro di noi , ha portato a galla i bei momenti della nostra vita che avevamo vissuto prima dell'inizio della guerra, ma di cui noi ci lamentavamo a torto . Questi momenti sono stati, in realtà, così dolci ….


4 – Riesce a pregare nel cuore della violenza ? Che preghiera dice?

Al centro di questa violenza e con la perdita della nostra amata figlia , Pascale , la preghiera è diventata più profonda ,  si è sviluppato con Dio un vero rapporto che ci dà la fiducia e ci dà il riposo interiore, è la nostra boa in questo mare di violenza e di odio . Ogni giorno torno ad ascoltare le canzoni che mia figlia interpretava , soprattutto la preghiera bizantina dell'inno Akathistos e la Paraclicis della Beata Vergine.


5 - Riesce ancora a vedere i segni di Dio in questo inferno che è diventato Aleppo ?

Certamente: abbiamo visto preti, monaci e laici , pieni di buona volontà , organizzare programmi e attività per aiutare le famiglie completamente indigenti .

La paralisi e la difficoltà ad uscire di casa , hanno portato un' apertura di cuore . I rapporti tra vicini di casa sono cambiati . I vicini della stessa religione o di un altro edificio o del quartiere, alla fine son diventati come una grande famiglia. 
"L' umanità divina" , in mezzo alla violenza , sembra come il ritorno della natura in una città deserta, essa è tornata in tutta la sua forza e allora non si ha più paura di nulla . In Aleppo , possiamo dire che l' umanità divina  si è vista nella solidarietà , la simpatia e la fedeltà dei beduini , questa categoria sociale spesso vista da alcuni come incivile , ma il cui coraggio e lealtà ci hanno edificato durante la nostra prova .


6 - I giovani hanno ancora il gusto della preghiera ?

Ciò che ci preoccupa di più sono i giovani disoccupati che non hanno più chiaro il futuro e vivono in un vuoto spirituale . Ora anche molti giovani si sono allontanati dalla preghiera preferendo impegnarsi in vie che non sono altro che tanti vicoli ciechi umani : la milizie combattenti, l'esilio attraverso canali illegali , le droghe, ecc .


Se la preghiera ha perso terreno tra i giovani , i movimenti ecclesiali hanno però trovato un rinnovato interesse, come gli Scout, la JEC e UCS .


7 - Avete ancora il cuore di cantare in Aleppo ? Avete la forza di amare ?

Anche nei momenti difficili durante le minacce americane di colpire la Siria , mentre il mondo temeva la terza guerra mondiale , i siriani hanno continuato a vivere normalmente . La vita continua ed i momenti di gioia esistono ancora in occasione di matrimoni , di incontri in famiglia o tra amici . Ciò non impedisce l'ansia o che l'angoscia continui a regnare nei cuori.


8 - Che preghiere consiglierebbe agli amici dei Cristiani di Siria , che vivono lontano da voi ?

Non abbiamo una preghiera specifica da consigliare . La cosa importante è pregare , anche una semplice preghiera .


9  - Può citarci la preghiera che trova più bella nei vostri riti greco-melkita cattolico , greco-ortodosso , maronita , siro-cattolico , siro-ortodosso?

Tra i greco - melchiti cattolici e i greco-ortodossi , quella che può essere descritta come la più bella preghiera  è la preghiera recitata dai fedeli nella Chiesa di Santa Sofia , quando invocavano la Vergine Maria  alla vigilia dell'assedio di Costantinopoli da parte degli Ottomani نحن عبيدك يا ​​والدة الأله : " O Madre di Dio , siamo i tuoi servitori , chiediamo dei segni di vittoria , o invincibile protettrice . Offriamo il nostro ringraziamento a Te salvatrice dai pericoli . Ma, poichè sei invincibile, ci libererai da ogni tipo di pericolo . Quindi dovremo piangere e gioire , o sposa senza sposo" . افرحي يا عروسة لا عريس لها " .

Per i maroniti questa bella preghiera , " يا ام الله يا حنونة : O Madre di Dio , o dolce , o tesoro di grazia e di soccorso, abbi pietà di noi e dei nostri morti . Anche se il tuo corpo è lontano , o Vergine nostra Madre, le tue preghiere ci riuniscono e restano con noi e ci proteggono . Intercedi presso tuo Figlio per perdonarci i nostri peccati con la sua tenerezza . Non ci abbandonare " ...

I Siriani [ siriaci ] cattolici e ortodossi pregano السهرانة [Al Sahranah ] "Colei che veglia" : "Aprici la porta dell'amore , benedetta e santa Madre di Dio: contando su di te noi saremo esauditi e salvati da ogni pericolo. Tu sei la "salvezza" di tutti i cristiani " ...


10 - Secondo lei, nella storia , che cosa ha portato la preghiera alla Siria e al suo popolo ?



I Padri della Chiesa d'Oriente con Sant'Efrem,  Romano il Melode di Homs , san Giovanni Damasceno , San Basilio il Grande, San Gregorio di Nissa , San Giovanni Crisostomo detto "Bocca d'Oro" , S. Marone, e poi monaci , eremiti e stiliti come S. Simeone il Vecchio e coloro che lo seguirono , ci hanno lasciato bellissime preghiere di grande ricchezza, purtroppo ignorate dai fedeli stessi . Forse questa crisi siriana farà aprire gli occhi dei Cristiani circa il loro patrimonio di invocazione e li renderà consapevoli della necessità di mettere la preghiera del loro padre sulle loro labbra , e su quelle dei loro figli .


11  - A parte la preghiera , che tipo di aiuto vi aspettate dall'estero ?

Ci auguriamo che i popoli delle nazioni occidentali mostrino ai loro dirigenti politici gli errori di giudizio e di orientamento. I governi occidentali hanno seguito una via ingiusta e disumana . Con la loro politica sbilanciata  hanno ucciso la nozione di giustizia , come si può aspettare che la gente vi creda ancora ? Il loro discorso sulla tutela delle minoranze in Occidente si è rivelato un discorso menzognero . Sessanta anni di comunismo non l'hanno avuto vinta sulla fede russa . Due secoli di rivoluzione francese e la sua cattiva influenza sugli altri paesi del mondo non faranno scomparire la vocazione cristiana delle persone che non possono vivere senza un Dio vicino a loro, confortante e compassionevole . I Cristiani in Medio Oriente non sono altro che un membro di questo corpo ecclesiale tutto intero.


Infine , l'aiuto spirituale non è senza supporto materiale . Cosa può fare un fragile corpo malato non adeguatamente attrezzato ? Intorno a noi , vi è un urgente bisogno di aiuto per la sussistenza minima. 
Siatene certi,  non è il capriccio alimentare che è in pericolo , ma quel che è carente adesso è il cibo vitale . Se un adulto può sopportare meglio la mancanza , se è in grado di trovare cibo anche nelle avversità , questo non è il caso dei bambini , degli anziani, delle donne fragili , ecc .... 
Grazie per tutti i buoni propositi con cui vorrete soccorrerci.

[ 1 ] Coloro che rifiutano ogni presenza non musulmana in " terra dell'Islam ".

http://www.fcsartheorient.com/nouvelles-d-orient/arrive-t-onencoreavoirdessignesdedieudanscetenferquestdevenualep



AGGIORNAMENTO DA ALEPPO IL 26 -10 POMERIGGIO 

Nella notte il quartiere di Midane è stato attaccato da 2mila miliziani Takfiristi , che hanno preso possesso del Convento dei Gesuiti San Vartan. Grande panico nel quartiere cristiano  di  Sulaymanieh che si trova subito oltre la linea del fuoco, dove l'armata governativa combatte accanitamente contro i ribelli: i cristiani chiedono preghiere perchè sia risparmiata ad Aleppo la sorte dei cristiani di SADAD , ostaggi dei ribelli e assediati senza rifornimenti. 

leggi su: 
http://www.leveilleurdeninive.com/2013/10/alep-le-couvent-saint-vartan-des.html

Salvate SADAD!

giovedì 24 ottobre 2013

Assalto delle milizie islamiste alla città cristiana di Sadad


Agenzia Fides - 23/10/2013

Sadad – La città cristiana di Sadad, situata in un'area strategica lungo la strada che unisce Homs a Damasco, è da ieri al centro della battaglia tra l'esercito di Assad e le milizie ribelli egemonizzate dai gruppi di marca islamista.
L'assalto di Sadad da parte delle milizie ribelli è avvenuto nel pomeriggio di lunedì 21 ottobre. Secondo fonti locali, rilanciate anche dall'Osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra, l'incursione ha avuto modalità simili a quello subito un mese fa dallo storico villaggio cristiano di Maalula. 
Diverse centinaia di uomini ripartiti tra gli elementi delle brigate al-Faruk e gli islamisti del fronte al-Nusra e dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante sono penetrati a Sadad da tre direzioni, con una trentina di veicoli militari, prendendo di mira inizialmente l'ospedale cittadino e impadronendosi degli edifici governativi. Nella giornata di martedì l'esercito ha iniziato la controffensiva, intervenendo a supporto delle forze locali di polizia. 
 Intanto, una parte dei 15mila abitanti - in maggioranza cristiani ortodossi e cattolici di rito siro - ha iniziato il suo esodo in direzione dell'arteria di collegamento tra Damasco e Homs, che dista 15 chilometri.


La città biblica di Sadad, citata nel Libro dei Numeri e nel Libro di Ezechiele, si trova a 95 chilometri da Damasco e a una sessantina da Homs. 
La città ospita due chiese, dedicate a San Sergio e San Teodoro, rinomate per i loro affreschi. 






http://www.fides.org/it/news/53813-ASIA_SIRIA_Incursione_delle_milizie_islamiste_nella_citta_cristiana_di_Sadad#.Ume7CW1H7wp


La triste sorte degli abitanti di Maaloula
















Cinque morti e venti feriti per colpi di mortaio dei ribelli sul quartiere cristiano Kassaa a Damasco ; 
tra i martiri il formatore del coro al-Farah Shadi Shalhoub mentre si recava alla chiesa per addestrare il coro di bambini nella Chiesa Kassaa.
Anch'egli sfollato  da Maaloula, invasa il mese scorso dai miliziani islamisti, ieri  è stato raggiunto in Damasco dai colpi sferrati in  questi giorni sui quartieri civili di Damasco , come il piccolo Charbel figlio del sindaco di Maaloula, ucciso nello stesso modo 3 giorni fa.


Che "obiettivi militari"  sono questi??



A Sadad  il 23/10 gli islamisti hanno invaso il villaggio alle 2 del mattino mentre la popolazione era nel sonno, hanno subito occupato l'ospedale, la stazione di polizia, l'ufficio postale, la sicurezza civile. Hanno preso in ostaggio perfino i malati dell'ospedale... Hanno rubato tutto quello che c'era nel loro percorso, soprattutto le auto. L'esercito è stato in grado di liberare solo alcuni dei civili presi come scudi umani. perché gli jihadisti hanno occupato diverse aree. Col passare delle ore alcune persone che erano intrappolate sono riuscite a sfuggire, quindi, ancora un altro esodo della popolazione ...

A Damasco, la sera dello stesso giorno,  "l'esercito dell'Islam" ha rivendicato la responsabilità dell'attacco alla centrale del  gasdotto e alla centrale termoelettrica di alimentazione,  che ha portato al black-out dell'alimentazione elettrica in tutti i governatorati e nella maggior parte dei quartieri di Damasco;  in fiamme la zona dell'aeroporto.... 


To international institutions and organizations, humanitarian , religious and all those who have a humanitarian role in the world And to all owners of good will and good in the world ....... 
Thank you appeal on behalf of the innocent elders , women and children , youth and girls detained in areas not appreciate that we get to them and they reach us in the towns of the process of drilling by appealing to those who do not allow them to get out of this besieged areas that interviews with them in a manner helps to get them out does not affect the safety of the any direction was either towards the monastery gift or the direction of Homs and we're there to receive it 
I ask all who can reach the organizations in the world and who know the pressure points as you can and dialogue with them to contribute to this work and the call to get them out safely , even though they were safe so far .... But to them four days trapped no electricity , no water , no phones , no possess little food and there are children need milk and there are people who need medication ..... And the number trapped in their homes than three thousands people ..... Did not allow them to get out , but put pressure on them and forced them to stay ... While talking with them 
To both organizations and to all our children in the world I hope that you cooperate with us .... And in a good manner to dispose of and failure to declare the terms will adversely affect the residents here .... And I repeat in a good manner so as not to adversely affect the kinsfolk ..... Put this call on your positions on your pages and to newspapers, magazines and media and communicated with can see them play a positive role in finding the right solution to get them out 
And we appeal to them in the name of God to have mercy on these innocent people who have no guilt in something that let them out unharmed ..... And deal with them with good .... asking worshipers in order to be appointed by God and gives them strength , hope and courage , health and wellness
Lord ... Lord .... Lord .... Do not leave them 
Bishop Silvanus Selwanos Boutros Alneme

 Appello del vescovo siro-ortodosso: Salvate la popolazione innocente di Qalamoun di Mons. Silwanos Boutros Naameh

Da quattro giorni i villaggi sono assediati dai ribelli jihadisti e sono senza cibo, medicine, elettricità e comunicazione. I ribelli appartengono al gruppo Liwa al-Islam, sostenuto dall'Arabia saudita. Il vescovo domanda che sia garantito un corridoio umanitario alla popolazione e prega anche gli assedianti perché "abbiano pietà". 

    LEGGI QUI:

mercoledì 23 ottobre 2013

Una grandiosa e drammatica avventura




  Da Mar Yakub cronaca di P. Daniel : venerdì 11 – 18 ottobre 2013


Una piacevole visita di famiglia come prima della guerra
E’ sempre più freddo e per questo bisogna cambiare le finestre rotte. Perciò venerdì è arrivato un fabbro del villaggio vicino, che ha portato anche sua moglie e i loro due piccoli bambini. La coppia ha una buona relazione con il monastero fin dall’inizio; io non avevo mai visto questa famiglia. Mentre il fabbro fa suo lavoro, le moglie e le due bambine assistono all’Eucaristia. Loro sono cristiane. Alla fine della Messa anche il marito chiede di ricevere la Santa Comunione. Dopo la Messa mi chiedono di benedire e pregare sopra il bambino, perché ha una ferita al piede. Le nostre due ragazzine di dieci anni sono molto felici di occuparsi dei due bambini piccoli. Durante il pranzo siamo tutti riuniti e parliamo. I genitori raccontano che ultimamente la situazione in loro villaggio è quasi ritornata alla normalità. Anche dal punto di vista economico la vita sta migliorando. Qualche prezzo è ancora quattro volte più alto di prima della guerra, ma il governo sta prendendo provvedimenti di venire incontro alla popolazione. Pane e alimenti di base sono tornati come prima, cioè ad un prezzo minimo. Anche sull’abbigliamento  sono stati presi provvedimenti favorevoli, così che la gente del villaggio si può rifornire con abbigliamento caldo. La visita di questa famiglia rievoca ricordi del modo libero e cordiale con cui eravamo abituati ad incontrare/frequentare la gente locale prima della guerra.
Aggiungiamo che martedì, il 15 ottobre abbiamo fatto una piccola festa per Santa Teresa d’Avila. Con San Giovanni della Croce, Santa Teresa di Avila ha riformato l’ordine del Carmelo e durante questi due decenni ha fondato venti monasteri in tutta la Spagna. Oggi è per noi un giorno feriale, ma la sera si festeggia con scenette e danze con vestiti adatti. La serata dura più a lungo che normalmente.

Un’impresa grandiosa e drammatica per tutta la Siria
Domenica, 13 Ottobre è stata dichiarata  dal papa Francesco - nell’ambito dell’anno delle fede – “la giornata della Madonna” con lo scopo di consacrare, ancora una volta, il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria. Eccezionalmente, la statua della Madonna sarà trasportata a Roma. Da maggio a ottobre 1917, la Madonna è apparsa a tre bambini, Lucia, Francesco e Giacinta, per avvertire il mondo ed esortarlo alla conversione, alla preghiera e alla penitenza. Adesso siamo quasi un secolo dopo e il mondo si trova di nuovo in uno stato avanzato di malvagità, decadenza morale e paralisi sociale.
Mentre ci stiamo preparando per questa giornata, siamo all’improvviso allarmati da una situazione drammatica: migliaia di persone sequestrate dai ribelli alla periferia di Damasco e che sono minacciate di essere escluse da tutti gli approvvigionamenti. Perciò decidiamo di estendere le nostre preghiere con un’adorazione notturna anche nella notte tra sabato e domenica. 
Qui segue il rapporto di prima mano degli eventi.

Sabato, 12 ottobre
Alle 11.00 madre Agnes-Mariam e suor Carmel vanno a Muadamiyet-al-Cham, che si trova alla periferia di Damasco, insieme con il servizio di soccorso della Mezzaluna Rossa e con il ministro degli Affari Sociali, la signora Kinda al-Chammat e con l’esercito. Sopra gli archi che danno accesso alla città, dodici cecchini hanno occupato il posto. Madre Agnes-Mariam prende in modo risoluto una bandiera bianca e cammina insieme con suor Carmel verso una quarantina di capi dei gruppi armati che hanno preso in ostaggio migliaia di persone comuni per impedire l’azione dell’esercito. Adesso questi gruppi armati minacciano questa povera gente sequestrata di impedire gli approvvigionamenti. C’è una confusione indescrivibile e ci sono colpi di fucile e si grida che non ci saranno più dei vivi che ne usciranno. Madre Agnes-Mariam dice a suor Carmel di pregare e loro cominciano a invocare il nome di Gesù . All’improvviso c’è silenzio e c’è modo di parlare e di trattare sulla liberazione dei sequestrati. Soltanto alle ore 16.00 la gente è liberata, qualcuno è intorpidito della paura e i bambini sono indeboliti. I soldati baciano i vecchi sulla fronte in segni di rispetto. La gente abbraccia madre Agnes-Mariam. I più indeboliti sono portati alle ambulanze, gli altri nel pullman. Sono trasportati in una scuola di Damasco, dove il governatore Hussein Khallouf ha approntato le cure e l’aiuto necessario. Tutti hanno perso loro carte d’identità. 2000 persone sono liberate. Domani ci sarà ancora da liberare altri 1500 civili e anche un gruppo di ottanta soldati. Poi c’è anche da trattare con i gruppi armati di accettare di deporre le armi. Tuttavia i terroristi hanno ancora sequestrato due persone. Sulla strada del ritorno si devono passare ancora tanti posti di blocco messi dall’Esercito Nazionale, dall’Esercito Libero e dai terroristi. Passando i posti di blocco, sequestrano ancora dodici persone e ci vuole di nuovo una trattativa per liberarli.
Domenica, 13 ottobre
Oggi sono stati liberati altri 1500 civili, ed il tutto è stato ripreso e documentato dalla TV. Noi vediamo immagini molto commoventi. Nel telegiornale si afferma che Fadia Laham (Madre Agnes-Mariam) ha organizzato l’intero coordinamento. La madre Agnes-Mariam conta che questi fatti appena avvenuti in Muadamiyet-al-Cham siano un esempio per le prossime trattative di pace.
Lunedì, 14 ottobre
Grande difficoltà. Queste operazioni sono piene di rischi, e non tutti se la sentono di rischiare. Ci sono tanti malintesi con il ministro. Nel frattempo continuano ad arrivare tantissime domande da parte dei  sequestrati per essere liberati e aiutati. In questa regione, ci sono state uccisioni di massa, cui hanno partecipato anche Francesi, che sono presi come esempio per le altre regioni della Siria. In questa regione sono attivi i più fanatici terroristi. Ci sono però anche dei ribelli che vengono dalla madre Agnes-Mariam piangendo e dicendo che si sentono d’accordo con lei.
Martedì, 15 ottobre
La situazione sta migliorando e c’è speranza di una liberazione. Il ministro dà il suo supporto totale alla madre Agnes-Mariam e parla anche di una medaglia per “la Donna della Pace”.
Mercoledì, 16 ottobre
Sono pronti: trentacinque pullman, dieci ambulanze e una trentina di volontari per evacuare tra 1000 e 2000 persone. Madre Agnes-Mariam e suor Carmel sono già in cammino verso gli archi che danno accesso alla città, quando, 200 metri più lontano cade una bomba sulla strada e ferisce qualche bambino. L’esercito ordina a tutti di ritornare. Le ambulanze e i pullman ripartano vuoti. Cadono altre bombe. Era una trappola dei terroristi che volevano infiltrarsi per uccidere i generali presenti. Comunque l’esercito era all'erta e ben preparato. Però la liberazione non c’è stata . Madre Agnes-Mariam resta in contatto con i ribelli per trattare per la loro resa. I combattenti Siriani che deporranno le armi e si arrenderanno, riceveranno un salvacondotto e potranno ritornare alle loro famiglie.

Siria sulla strada della liberazione



La Siria – già da prima – ha sempre conservato la sua indipendenza contro l’imperialismo occidentale e ha rifiutato tanti doveri internazionali insensati, che sono stati inventati e imposti da questo “nuovo ordine mondiale”, con il solo scopo di minare la sovranità di un paese. La Siria non è mai caduta in questa trappola: tasse ambientali, tasse sul lavoro e sulla produzione e su ogni forma di energia… Nonostante il fatto che dal punto di vista politico c’era poca libertà personale in Siria, la vita era molto economica, molto sicura e armonica. La libertà e l’ospitalità che noi abbiamo provato in Siria prima della guerra, già da secoli non era più concepibile in nessun paese occidentale. 
Tanti segni indicano che la Siria risorgerà lentamente. L’importanza di questo è da paragonare con l’importanza della liberazione del popolo Ebraico dall’Egitto nel 13° secolo avanti Cristo, quando Mosè ha condotto il popolo d’Israele dalla schiavitù fuori dall' Egitto. Mosè ha guidato il “Popolo di Dio” nella terra promessa dopo un lungo viaggio attraverso il deserto. Questo esodo è stato l’evento più importante nella storia di Israele e anche il prototipo di ogni liberazione. Gesù Cristo, il Messia di Israele, Figlio di Dio e Salvatore del mondo, come un nuovo e definitivo Mosè, ha dato il più profondo senso a questa liberazione con la sua morte sulla croce e con la sua risurrezione. 
Questa  è la nostra fede. E noi crediamo e confidiamo che anche adesso Lui sarà il Liberatore finale della Siria.

con affetto, Padre Daniel

    traduzione  A.Wilking



23 ottobre 2012:


 un anno dall'orribile martirio di padre Fadi Haddad
http://oraprosiria.blogspot.it/2012/10/padre-fadi-jamil-haddad-torturato-e.html

http://oraprosiria.blogspot.it/2012/10/i-vescovi-cattolici-di-damasco.html

lunedì 21 ottobre 2013

Salesiani di Don Bosco in Siria: “ Fede e preghiera, ecco le nostre armi, il nostro appoggio”




di Don Munir El Rai
Ispettore  dei Salesiani nel Medio Oriente


Con questo comunicato intendo condividere con voi tutti questa bella e ricca esperienza umana e spirituale dei nostri confratelli salesiani e dei nostri ragazzi e giovani durante l’estate del 2013, come risultato della mia visita dal 7 settembre al 6 ottobre 2013 .
Durante questi tre anni di violenza, di conflitto e d’insicurezza, i Salesiani di Don Bosco della Siria sono rimasti al loro posto, vicini ai giovani, affrontando con loro questa situazione di sofferenza. Nulla e' rimasto di quanto c’era prima, e la vita è diventata sempre più difficile e, talora, insopportabile. Dopo aver pregato, pensato e consultato i laici ed i genitori, i Salesiani hanno deciso di riprendere le loro attività estive. Hanno voluto vivere una bella esperienza estiva con i  ragazzi e i giovani, vivendola nella speranza, nella gioia.

ALEPPO


Confratelli: d. Georges Fattal, d. Zakerian Simon, d. Charbel Daoura, Aspiranti: Mihran e Joni.

Aleppo è la città martire. Essa appare come morta: infatti, da due anni è in stato di assedio, che non permette circolazione in alcuni quartieri. In tal modo, non è possibile fare pervenire il rifornimento dei viveri di prima necessità a tutta la popolazione. E i prezzi sono diventati ormai inaccessibili per una larga fascia della popolazione.


La situazione era preoccupante, tuttavia si respirava una certa sicurezza nella zona dell’Oratorio e nei quartieri dei ragazzi. Inoltre, i Salesiani avevano percepito il grande bisogno dei ragazzi di uscire, di giocare, di riprendere una vita normale e di partecipare alle attività del Centro Salesiano.


Nella prima decade di giugno è iniziata la preparazione degli animatori, i quali, malgrado le difficoltà dell’insicurezza generale, hanno partecipato a tutti gli incontri. Nella seconda metà di giugno, essi hanno accolto i ragazzi ravvivando in loro quella gioia che non provavano da molti mesi.


"La tua gioia è anche mia"!  Su questo slogan, scelto dagli animatori sono state rilanciate le attività estive : più di 500 giovani hanno risposto alla chiamata, e così è riapparso un raggio di luce e di speranza nell'Oratorio.


Don Simone Zakarian racconta che un giorno una ragazzina gli disse: Quando non sono all'Oratorio, mi sento come persa, come se avessi perso la mia casa. Ma quando sono all’Oratorio di Don Bosco, provo un senso di sicurezza e di conforto, come se nulla fosse stato, perchè rinasce la fede".


In collaborazione con la Chiesa locale, i Salesiani hanno organizzato tre grandi confronti per i giovani cristiani di Aleppo: i partecipanti erano centinaia, e le attività erano varie e spettacolari: preghiere, incontri spirituali, canti, spettacoli, giochi ...ecc. Questi confronti producevano un grande effetto sui giovani, perchè, a molti di loro, sembrava di rivedere finalmente la luce dopo un lungo percorso nel buio di un tunnel!
A metà giugno sono iniziate le attività per tutte le età. A tutti è stato donato la Bibbia illustrata, invitandoli a prepararsi per una grande competizione.
Il programma per le elementari e medie si svolgeva al lunedì, al mercoledì e al venerdì. E negli altri giorni si svolgeva quello dei liceisti. La domenica era per tutti.


Ora, finite le attività estive, occorre pensare insieme agli animatori, alla preparazione della festa conclusiva. Quindi, si spera di poter riprendere l’insegnamento del catechismo, sospeso l'anno scorso a causa di questa guerra brutale.


Ma anche durante questi stupendi incontri con i giovani, non sono mancati i pericoli: nel pomeriggio del 21 Agosto, un missile colpì l’Oratorio. Il rumore era terrificante, le finestre si sono scardinate e tutto l’edificio tremava come se ci fosse stato un terremoto. Il missile cadde vicino alla camera del direttore don Georges Fattal, che, per fortuna, non era in camera in quel momento. Ancora una volta, la divina Provvidenza e la Madonna ci avevano salvati della morte. Grazie a Dio, nessuno rimase ferito. Passata la paura, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ripreso il lavoro.


Attualmente, alcune famiglie dei nostri giovani stanno vivendo un periodo di molta sofferenza: alcuni giovani hanno perso il loro genitori, ad altri è stato rapito il padre o un membro della famiglia, e non hanno più saputo nulla di loro. I rapitori chiedo somme esorbitanti per la loro liberazione.


Altre famiglie hanno gravi problemi economici e sociali. I Salesiani cercano di andare loro incontro non solo con la vicinanza e il conforto, ma anche procurando loro il necessario per vivere e coprendo le spese scolastiche dei loro figli.


Ringraziamo il Signore che ci dona tante grazie e ci ha conservati in vita per rimanere con la gente e con i giovani. Ciò che conta di più è la nostra presenza tra loro, la condivisione di vita e la nostra vicinanza alla loro sofferenza.



DAMASCO

Confratelli: d. Ashraf Zaghlul, d. Alejandro Leon, d. Cantele Felice, d. Munir Hanachi.


Le attività estive del nostro Centro Giovanile “Don Bosco” sono iniziate, malgrado le difficili circostanze in cui vive la Siria da oltre due anni e mezzo. Le varie attività programmate si sono svolte con la massima prudenza adattando, giorno per giorno, il programma della giornata ad ogni nuova situazione.
Il nostro Centro Don Bosco ha potuto accogliere un numero rilevante di ragazzi e ragazze, provenienti da vari quartieri della città, nonostante le difficoltà e l’insicurezza dei trasporti. Gli animatori hanno accolto i ragazzi con gioia e hanno iniziato lo svolgimento del programma in una nuova sede cioè nel quartiere popolare di Jaramana, perchè quel luogo facilitava maggiormente il trasporto dei ragazzi e garantiva maggior sicurezza. Le attività si sono svolte dal 25 giugno al 21 luglio: a Jaramana (Assieh) tre giorni alla settimana, e altri due giorni al nostro Centro Don Bosco.
Finite le attività con i ragazzi, sono iniziati sei campeggi o ritiri per varie fasce di età, iniziando con gli studenti della maturità e concludendo con gli alunni delle medie.
Quest’anno le attività si sono svolte in modo alquanto diverso dagli altri anni, perchè si è incluso anche l’insegnamento del catechismo, che non si era potuto fare durante l’anno scolastico a causa della insicurezza generale che ostacolava anche il contatto con le famiglie dei ragazzi. Perciò, finito il campeggio dei ragazzi, sono iniziate le visite alle loro famiglie, residenti a Jaramana e a Duela, due quartieri più provati dalla sofferenza.


Le attività estive sono iniziate nella scuola greco-ortodossa, Assieh, al fine di evitare eventuali esplosioni per le vie di Damasco e per la presenza di molti ragazzi in quel quartiere. Ma sono state interrotte dopo due settimane, perchè causavano troppo disturbo agli inquilini dei condomini adiacenti alla scuola. Comunque, quella esperienza ha contribuito a far conoscere meglio il generoso impegno dei Salesiani a favore della gioventù di Damasco. Infatti, quest’anno, è cresciuto il numero dei ragazzi, alcuni dei quali hanno subito dei traumi a causa della guerra.
Quest’anno non ci siamo soffermati su un racconto particolare, ma abbiamo preferito adottare il libro intitolato “Le sette abitudini più efficaci per gli adolescenti”, come pure altri libri di spiritualità salesiana, come “Don Bosco, il Santo dei giovani” e “Conversazioni su Don Bosco”.

I CAMPEGGI-RITIRI : Essi consistono nel favorire l’incontro di un numero limitato di giovani per quattro giorni della settimana, dal giovedì al sabato, in cui vengono trattati argomenti religiosi e sociali. La giornata viene scandita dalla preghiera, dalla ricreazione e dal lavoro manuale. Il ritiro si conclude con una celebrazione penitenziale, invitando i giovani ad accostarsi al Sacramento della Penitenza.
Tali ritiri si sono protratti per un mese e mezzo. E il trasporto degli aderenti era assicurato per tutti.
Questi campeggi e ritiri hanno offerto ad un maggior numero di ragazzi e giovani la possibilità di partecipare ad incontri formativi e anche maggiore distensione psicologica per tutti, nell’attuale situazione di persistente sofferenza, di cui non si intravede ancora la fine. Il numero limitato dei partecipanti ha creato un clima più familiare, in cui si respira aria di famiglia.

LE ASSOCIAZIONI: Recentemente è sorta l’idea di rilanciare l’iniziativa tradizionale delle associazioni, che attualmente sembra realizzabile. Naturalmente, le associazioni vanno formate per fasce di età, per cui ne sono previste almeno tre : L’associazione “Simone Srougi”, L’associazione “Laura Vicugna” , L’associazione della “Gioia” . L’idea ha incontrato risposta favorevole da parte dei giovani, ma comporta uno sforzo notevole per attuarla. Le associazioni sono di grande importanza, ma comportano serie difficoltà logistiche riguardanti il trasporto e il locale, che è alquanto limitato nella situazione attuale.

I LAVORI MANUALI: Il lavori manuali di questa estate hanno assunto una forma nuova, dapprima accolta con una certa svogliatezza, ma poi accettata con entusiasmo dai ragazzi. I lavori sono stati accuratamente preparati dagli animatori, i quali li hanno scelti e cambiati a loro piacimento, ne hanno riconosciuto la necessità e apprezzato il valore.
Tipi di lavori manuali: 1. lavoretti con la stoffa. 2. Braccialetti di vario materiale. 3. Uso dell’ago e del filo. 4. Confezioni di scatole di cartone per regali. 5. Disegni sul vetro. 6. Braccialetti di cordicelle. Questi lavori hanno incoraggiato i ragazzi a frequentare il Centro e a proseguire il loro lavoro manuale che li ha aiutati a rivestirsi di pazienza, a migliorare il loro comportamento, a potenziare il perfezionamento delle loro attitudini, a gestire bene il loro tempo libero e offre ai ragazzi la possibilità di acquisire nuove idee e nozioni, che non possono acquisire altrove.


GIORNATA DI NUOTO: Al nuoto è stata dedicata un’intera giornata, che, grazie a Dio, è stata anche la più gradita, perchè ha colmato di gioia ragazzi e giovani. L’idea di andare in piscina era affiorata varie volte, ma creava una certa perplessità per la situazione di insicurezza generale. Infatti, mezz’ora dopo la nostra uscita dalla vasta area sportiva, un proiettile colpì il campo sportivo di basket.


LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’: In sintonia con la GMG e la visita del Santo Padre a Rio de Janeiro, abbiamo festeggiato l’evento in coincidenza di tempo con il Papa. I giovani sono pervenuti al nostro Centro da varie parrocchie della città per partecipare a momenti di preghiera, di divertimento e di dialogo sul tema “Andate e fate discepoli tutte le genti”. Le giornate di questo evento sono state tra le più ben riuscite.


I CORSI : In collaborazione con le FMA della scuola e con l’aiuto di giovani collaboratori, sono stati organizzati vari corsi culturali al fine di venire incontro alle richieste dei nostri giovani. Tali corsi comprendono lo studio delle lingue (francese, inglese e italiano), l’informatica, il pronto soccorso e anche il corso per barbiere.


RINGRAZIAMENTI: A conclusione di questa relazione non può mancare un cordiale ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita del programma “Estate ragazzi”. In primo luogo il nostro ringraziamento è rivolto agli animatori che non hanno temporeggiato nella preparazione delle varie attività. Ma vogliamo ringraziare anche i ragazzi per essere venuti al Centro Don Bosco anche in circostanze di insicurezza generale.
Ma il ringraziamento più riconoscente è rivolto al Signore e alla Madonna che ci hanno accompagnato e protetto giorno per giorno.


KAFROUN

Confratelli : d. Georges Mouzaaber, d. Luciano Buratti, S. Pier Jabloyan

La casa di Kafroun è diventata luogo di rifugio per tanti sfollati, soprattutto cristiani.
Le attività estive si sono svolte dal 1 luglio al 4 agosto, e concluse con la S.Messa e la festa finale preparata dai ragazzi e dagli animatori.


Programma: Domenica : oratorio aperto con giochi liberi. Alle 18:00 santa Messa con i ragazzi e con numerose famiglie. Lunedì, Martedì , Mercoledì : attività sul Tema “Il Gabbiano”. I ragazzi arrivavano alla 15:30 e rimanevano fino alle 19:30. Il trasporto era assicurato.
Giovedì e Venerdì: gioco libero. Alle 19:00 interruzione dei giochi per la preghiera della sera e la buona notte, e alle 21:00 chiusura dell'oratorio. Il sabato, l’oratorio è chiuso per dedicare il tempo alla formazione degli animatori e la preparazione delle attività di tutta la settimana. La loro preparazione è stata alquanto accelerata e incentrata sulla la loro esperienza vissuta all’oratorio. Un campeggio formativo per loro si è svolto dal 22 al 29 giugno.

Il numero dei ragazzi dell’oratorio era circa 300, di cui 130 sfollati. Gli animatori erano 35, di cui 7 scelti tra gli sfollati.


I ragazzi erano suddivisi in 8 gruppi con tre animatori per ciascun gruppo. Le attività erano di carattere religioso (pellegrinaggio al monte della Madonna), educativo (cura dell’ecologia nel centro del paese), e sportivo ( le Olimpiadi). Tutte le attività erano intonate al tema della pace in Siria.
Inoltre, sono stati organizzati due campeggi : uno dal 5 al 8 agosto per le medie e l’altro dal 8 al 10 agosto per i liceisti.
Ogni venerdì, incontri per liceisti e universitari sul tema della fede.


La preparazione della festa finale è avvenuta in una settimana di tempo, al fine di coinvolgere un maggior numero di ragazzi (sono stati circa 200).
La santa messa è stata presieduta da Mons. Elias Sulaiman, vescovo dei Maroniti di Latachia e Tartus. la festa ha suscitato una risonanza notevole a livello zonale e coinvolto molte famiglie dei ragazzi. (1300 persone).
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Fede e preghiera, ecco le nostre armi, il nostro appoggio: Don Bosco.


Ringraziamo il Signore e la Madonna che ci hanno accompagnato e protetto, giorno per giorno, da ogni pericolo.


Abuna Munir ElRai
SDB MOR