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martedì 11 dicembre 2012

Anche i cristiani assiri nell’opposizione chiedono: “Fermate i gruppi salafiti”

 Urge fermare il gruppo salafita “Jubhat Al Nosra” che sta seminando il terrore in Mesopotamia: è l’appello lanciato alla nuova “Coalizione Nazionale della rivoluzione e dell’opposizione” (CNS) dalla “Assyrian Democratic Organization” (ADO), gruppo cristiano che fa parte dell’opposizione siriana.


 Hassaké - Agenzia Fides 7/12/2012 –

In un comunicato inviato a Fides, l’ADO si dice “indignata perché elementi armati del gruppo salafita ‘Jubhat Al Nosra’, che combattono a fianco dell'Esercito siriano di Liberazione, terrorizzano i civili e sequestrano impunemente proprietà cristiane nella regione di Hassaké”, nella Siria orientale, al confine con la Turchia. L’ADO ha una presenza significativa nell’area, e molti cristiani assiri, fuggiti da villaggio di Ras El Ain, al confine con la Turchia, si sono rifugiati ad Hassaké (vedi Fides 30/11/2012).
La nota stigmatizza “pratiche e comportamenti riprovevoli da parte di alcuni elementi dell’Esercito Libero o di gruppi affiliati, nelle località di Ras El Ain, Tel Amr, Raqqa, come assalti alla proprietà privata e saccheggi”, segnalando “l’irruzione nella chiesa siro-ortodossa di Ras El Ain, la profanazione di simboli cristiani come croci e immagini sacre, la devastazione della scuola siriana del villaggio”.
L’ADO, ricordando che per decenni i suoi membri hanno subìto arresti arbitrari da parte del regime siriano, nota che “oggi alcuni cristiani assiri, sospettati di essere sostenitori del regime, sono stati sequestrati per costringere i loro figli a combattere con i ribelli”, definendo questa “una ripetizione della prassi del regime”.

Elementi salafiti hanno eretto blocchi stradali verso Tal Tamr, in particolare, intercettando i veicoli di passaggio, “minacciano e insultano i cristiani e gli altri passeggeri che appartengono a fedi diverse”. “Queste pratiche – riferisce l’ADO – non hanno alcun legame con le tradizioni, la cultura e i costumi della società siriana, storicamente basata sulla fratellanza e sui valori della convivenza e del reciproco rispetto fra comunità religiose diverse”. “Sono pratiche in contrasto con gli insegnamenti e i valori dell'Islam tollerante – prosegue il testo – che danneggiano la reputazione della rivoluzione siriana, deviando i suoi nobili obiettivi, per fomentare l'odio tra i siriani”.
L’ADO invita le forze rappresentate nella Coalizione dell’opposizione siriana a “intervenire con forza per ridurre la crescente tensione tra arabi e curdi in Mesopotamia, che ha un impatto negativo sulla pace e sull'unità del tessuto sociale”, invitando” tutte le parti belligeranti a dare prova di moderazione, rispettando i civili, rifuggendo le provocazioni e l’integralismo religioso”.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40528&lan=ita

"Nella confusione dei tempi in cui niente sembrava resistere, essi volevano fare la cosa essenziale: impegnarsi per trovare ciò che vale e permane sempre, trovare la Vita stessa. Dietro le cose provvisorie cercavano il definitivo". (Benedetto 16°- Bernardins)

“Lottando per mantenere viva la loro fede”

da Aleppo, novembre 2012

In questo tempo di tragici eventi è aumentato il nostro apostolato. Non solo personalmente con le persone che vengono alla Cattedrale, ma anche per mezzo del contatto telefonico con coloro che ormai non possono più arrivare qui, attraverso il sostegno e le preghiere. Nonostante i pericoli, un buon gruppo di fedeli assiste alla Messa quotidiana e alla recita del rosario, alcuni partecipano anche all’Adorazione e ai vespri. Vivono le cerimonie con un fervore speciale … Apprezzano la possibilità di avere l’omelia quotidiana di Padre Rodrigo alla Messa, che qui è una cosa straordinaria, e l’ascoltano avidamente.
L’usanza del “caffè” dopo la Messa della Domenica è diventata una necessità quotidiana. Così hanno la possibilità di parlare in “famiglia”, condividendo le sofferenze, incoraggiandosi a vicenda …

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L’apostolato dei Padri è diffuso anche in Congregazioni vicine al Vescovado. Sia con la regolare celebrazione della Santa Messa che con la cura delle confessioni. La scorsa settimana, Padre Rodrigo ha predicato il ritiro alle Suore Carmelitane. E un gruppo di giovani, guidato da padre David, sta facendo lavori di manutenzione nel giardino del Carmelo: anche questo è un modo per ringraziare le suore che ci prestano le loro strutture per lo sport.
Ma certamente il lavoro più forte, in quest’ultimo periodo, è quello con i giovani. Le strade sono bloccate, c’è poca benzina, e il pericolo è permanente, ma loro continuano a venire!
Il “campo” che abbiamo fatto, praticamente rinchiusi nelle strutture del Pensionato, è stato un successo. Dopo hanno chiesto pure il ritiro! Abbiamo predicato due sessioni di circa 20 partecipanti. Per implorare la pace abbiamo iniziato l’Adorazione perpetua ogni giovedì. E con questa stessa intenzione è stata organizzata la catena del Rosario giorno e notte, in modo che anche coloro che non possono partecipare possano unirsi in preghiera dalle loro case.
Abbiamo iniziato un corso di studio del Catechismo della Chiesa Cattolica, perché, approfittando di questo tempo in cui si sono interrotti gli studi, i giovani universitari chiedono di formarsi maggiormente nella dottrina cristiana. Abbiamo anche messo insieme per loro un corso di studio della lingua italiana.

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La situazione non ci permette di svolgere attività serali, perciò abbiamo concentrato tutto durante le ore diurne. Succede così che ogni venerdì, fin dal mattino presto, si riuniscono qui circa 30 giovani. Il posto centrale è occupato dalla Santa Messa, a cui partecipano con devozione sincera. Concludiamo le attività con alcune ore di sport per distendersi dalla tensione in cui vivono.
Cosa dire a questi giovani? Assediati da tante sofferenze, non mollano, e ancora continuano lottando per mantenere viva la loro fede, per non perdere la gioia, la speranza e la fiducia in Dio.
In mezzo a una guerra questi ragazzi sono un trofeo, il segno della vittoria del Bene sul male, di Dio sul diavolo!
Suor Maria de Guadalupe Rodrigo


Perché ci lamentiamo di tante piccole cose?

Oggi abbiamo energia elettrica, dopo tre giorni di interruzione. A causa del bombardamento, parte di un importante impianto di alimentazione si è danneggiato e per via dei combattimenti non si è potuto raggiungere il luogo per risolvere il problema, in modo che il nostro quartiere è rimasto al buio in tutti questi giorni. La scorsa settimana, qualcosa di simile è accaduto nell’ azienda dell’acqua, ma le conseguenze sono state più gravi, perché tutta la città si è trovata senza acqua per una settimana. E’ pesante, soprattutto perché siamo abituati al benessere che forniscono questi servizi. E che non sono sufficientemente apprezzati fino a quando non ne siamo privati!

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Tre giorni senza luce … Poi, a pensarci, ti accorgi che ci sono così tante persone a cui sta accadendo di peggio! Senza andare oltre, qui, pochi mesi fa, quando ancora il torrido caldo estivo era in pieno vigore, una vasta area della città in cui vivono molti dei nostri parrocchiani è rimasta senza elettricità per 10 giorni consecutivi. Ed è stato terribile. Si consideri il semplice fatto di non essere in grado di bere un bicchiere di acqua fredda, o conservare gli alimenti da un giorno all’altro, o utilizzare un ventilatore per dormire un po’… All’inizio della guerra molte famiglie si erano rifornite di cibo per far fronte alla sempre crescente scarsità e l’impossibilità di uscire. Ma in quei giorni tutto è andato in pattumiera… In strada distribuivano carne da mangiare e altri prodotti che nei negozi marcivano per mancanza di frigorifero …
E’ stata un’interruzione di diversi giorni. E certamente appesantita da molte complicazioni e dolori. Ma quanto, in confronto ad altre sofferenze di questa triste guerra? L’altro giorno un ragazzo ci ha detto cupamente: “Un proiettile è caduto sulla mia casa. Mio fratello ha perso un occhio e una gamba nell’esplosione. E ho perso mio padre, che è morto sanguinante tra le mie braccia.”. E ha poi aggiunto: “Sia lode a Dio”.
Perché ci lamentiamo di tante piccole cose?

siria padre hijo

Quando senti che il tuo carico è pesante e ritieni che stai soffrendo troppo, pensa a queste persone, pensa che c’è sempre qualcuno che soffre di più.
E tu hai il dovere di ringraziare Dio ogni giorno per ciascuna delle mille delicatezze che Egli ha verso coloro che lo amano.

Suor Maria de Guadalupe Rodrigo

http://soscristianiinsiria.wordpress.com/