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martedì 9 ottobre 2012

SANGUE CRISTIANO A DAMASCO

Ad Aleppo i terroristi suicidi islamici si sono fatti esplodere devastando chiese, conventi, il centro storico e ucciso migliaia di cristiani.
Riceviamo e pubblichiamo questa drammatica testimonianza di Monsignor Issam John Darwich, Arcivescovo di Zahle, Furzol e Bèkaa (Libano) in una lettera inviata a Maurizio Baiotti, presidente di Wecare Onlus.
 
Arcieparchia di Zahleh e Furzol e Békaa
Mariamnensis Graecorum Melkitarum Chiesa greco-melchita

Tél + 961 - 8 - 800333 Fax + 961 - 8 - 822406 (Saïdat an-Najat) Zahlé - Liban Quartier Notre-Dame de la Délivrance

WECARE onlus,
Carissimo Maurizio Baiotti
 Sono l'arcivescovo Issam John Darwich . l'arcivescovo di Zahleh, Furzol e Bèkaa (LIBANO)  

Sento il desiderio di ringraziarti per l'attenzione, l'affetto e la partecipazione dimostrata per noi e per il nostro dolore.

Voglio informarti sia dell'attuale situazione siriana sia della condizione dei profughi cristiani. In questo mi permetto di chiedere ancora di continuare a sostenerci e di non abbandonarci.

La guerra imperversa e non lascia possibilità di scampo alcuna.

La situazione in Siria sta degenerando al punto che, nella città di Rable, terroristi islamici hanno sequestrato 220 cristiani cattolici ed hanno posto un ultimatum alla popolazione. I ribelli chiedono, alla comunità cristiana, di lasciare la città entro 10 giorni altrimenti gli ostaggi verranno tutti uccisi. La paura è quella di dover assistere, impotenti, ad un ulteriore massacro di innocenti.

Ad Aleppo, prima città cattolica del Medio Oriente e patrimonio mondiale dell'umanità (così definita dall'UNESCO), kamikaze musulmani si sono fatti saltare in aria e, con il loro "sacrificio", hanno devastato chiese, conventi e tutto il centro storico. Hanno ucciso migliaia di persone, affamato famiglie, diviso fratelli e causato un notevole incremento nelle fila dei profughi alla ricerca di salvezza.

Continuamente accogliamo nuove famiglie che cercano disperatamente aiuto.

La Chiesa piange i suoi figli e si unisce al loro grido di richiesta di aiuto.

Ti ringrazio dell'aiuto che vorrai offrirci e rinnovo l'invito a visitare la nostra terra che, pur essendo martoriata, risplende in tutta la sua bellezza ed in tutta la sua speranza di vedere un futuro migliore basato soltanto sulla pace e sul rispetto reciproco.

Ponendo grande attenzione alla tua sensibilità ti invio qualche immagine che fotografa la tragica condizione che siamo costretti a vivere.

Uniamoci in un'unica famiglia, quella cristiana, poiché «
La pace non è la semplice assenza di guerra e non può ridursi ad assicurare l’equilibrio delle forze contrastanti» (CCC 2304). Solo così potremo collaborare alla costruzione del Regno di Dio: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).

Ti ringrazio caldamente a nome della martire comunità cristiana perché un piccolo aiuto significa la salvezza di un uomo.

Grazie e che il Signore benedica i pensieri del tuo cuore.
Tuo fratello in Cristo

Mgr. Issam John Darwich, B.S.
Arcivescovo di Zahleh, Furzole Bèkaa (LIBANO)

Padre Nader Jbeil , 05-10-2012
Rettore Radio Sawt El Sama

http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=31500