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venerdì 15 giugno 2012

Chiesa occupata dai miliziani: i cristiani chiedono il rispetto dei luoghi sacri

Qusayr (Agenzia Fides) – La chiesa greco-cattolica di Sant’Elia a Qusayr, cittadina nei pressi di Homs, è stata occupata da un gruppo di miliziani dell’opposizione siriana, che vi hanno stabilito la loro base.
Secondo quanto riferito a Fides da testimoni oculari, la mattina del 13 giugno, gli uomini, probabilmente islamici radicali, avevano fatto irruzione nella chiesa, forzando la porta, suonando le campane e compiendo un’azione dimostrativa di scherno che aveva sollevato preoccupazione nei leader cristiani locali (vedi Fides 13/6/2012). Ma il gruppo, invece di lasciare l’edificio, si è accampato all’interno dell’aula liturgica e vi soggiorna ora in modo permanente, espletandovi tutte le proprie attività. La Chiesa locale condanna l’episodio, definendo “inaccettabile tale comportamento irrispettoso verso un luogo sacro”, come hanno dichiarato a Fides esponenti della gerarchia della diocesi di Homs, che lanciano un appello perchè nel conflitto in corso “non si degeneri nella dissacrazione di templi e luoghi sacri, di tutte le comunità”.
Fonti di Fides confermano che – come asseriscono da settimane diversi osservatori – nella città di Qusayr, a Sud di Homs, vi sono gruppi di radicali islamici salafiti che “intendono combattere una guerra di religione”.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39317&lan=ita

Appello dei civili in pericolo di vita a Homs: “Lasciateci andare!”
“Lasciateci andare, in nome di Dio!”: è il disperato appello lanciato dalle famiglie cristiane e musulmane sunnite intrappolate nel centro storico di Homs. Si tratta di circa 800 civili, fra i quali donne, anziani, giovani, bambini, disabili che oggi – riferisce una fonte di Fides impegnata nel tentativo di negoziato – “sono in reale pericolo di vita. Non hanno nulla, vivono nel panico, sono nel bel mezzo di bombardamenti e combattimenti”. Le famiglie bloccate in città, racconta la fonte di Fides, lanciano un appello “per ragioni umanitarie”, chiedendo l’aiuto delle Nazioni Unite, della Croce Rossa, della Mezzaluna Rossa, perché possa essere salvata la loro vita.
Le famiglie si trovano nelle aree di Warsheh, Salibi, Bustan Diwan, Ozon, Hamidiyeh, Wadi Sayeh, tutte nel cuore di Homs. Attualmente l’esercito siriano sarebbe disponibile a un cessate-il-fuoco per far uscire i civili, ma una delle fazioni dei ribelli asserragliati in città, capeggiata dal leader Abou Maan, si rifiuta di acconsentire. I miliziani, infatti, temono che, una volta usciti i civili, l’esercito siriano possa rafforzare la sua offensiva verso il centro città. La situazione è ancora in fase di stallo, ma la condizione delle famiglie peggiora di ora in ora. I circa 400 cristiani sono gli ultimi rimasti degli oltre 80mila che popolavano Homs prima dell’inizio del conflitto. (Agenzia Fides 15/6/2012)
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39319&lan=ita

SIRIA : L'ascesa di al-Qaeda nel Mediterraneo è più pericolosa del nucleare iraniano


Teheran (AsiaNews/ Agenzie) - "La presenza di al-Qaeda in Siria e Libano è più pericolosa delle bombe nucleari". E' la provocazione lanciata dal gen. Hassan Firouzabadi, capo di Stato maggiore dell'esercito iraniano, in vista dell'incontro fra Teheran e 5+1 (i membri rappresentanti del Consiglio di sicurezza Onu - Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania) in programma nei prossimi giorni a Mosca. Secondo il militare, il movimento terrorista islamico avrebbe già sostituito il defunto Osama bin-Laden con un nuovo leader e spostato nel Mediterraneo le sue truppe finora attive in Afghanistan, Iraq e Pakistan. E questo con la complicità delle forze occidentali. Le dichiarazioni "faziose" di Firouzabadi hanno però un loro fondamento di verità.

Negata per mesi da Onu e Paesi occidentali, la presenza di uomini di al-Qaeda fra le fila dell'esercito libero siriano è stata denunciata nei giorni scorsi da William Hague, segretario di Stato britannico e in maggio dallo stesso Ban ki-moon, segretario generale dell'Onu. Notizie di miliziani stranieri che tentano di passare il confine fra Turchia e Siria, con il benestare della autorità di Ankara sono all'ordine del giorno. In un'intervista rilasciata ad AsiaNews lo scorso 24 maggio, mons. Nazzaro, vicario apostolico ad Aleppo denunciava la presenza di forze straniere che non vogliono la pace in Siria. Il Paese è ormai preda di guerriglieri provenienti da Tunisia, Libia, Turchia, Pakistan e altri Stati islamici. Armi e denaro passano attraverso i confini e alimentano questa spirale di violenza".

Chris Dobson, esperto di terrorismo e strategia militare, ritiene che al-Qaeda avrebbe sfruttato la crisi siriana e libica e il sostegno dei Paesi occidentali ai ribelli del Free Syrian Army (Fsa) per far entrare i suoi uomini nel Mediterraneo. "I terroristi - afferma - sono usciti dai loro nascondigli e risiedono ora nelle basi dei ribelli del Fsa". Secondo Dobson, la Siria e il Libano sono in una posizione ideale per lanciare attacchi contro i Paesi occidentali una volta terminata la guerra contro il regime siriano. Alla rete di terroristi farebbero gola gli arsenali militari di Bashar al-Assad, che contengono oltre ad armi pesanti di fabbricazione russa, anche missili a media gittata, in grado di abbattere arei di linea, e armi chimiche.

Lo scorso 13 giugno, il quotidiano britannico The Sun ha pubblicato una foto e un filmato che ritraggono guerriglieri armati che espongono la bandiera nera del movimento islamico. Le immagini mostrano un uomo che brandisce una mitragliatrice pesante e un lancia razzi, mentre inneggia alla guerra contro Assad. Il video è stato diffuso da un gruppo chiamato al-Nusra su un sito jihadista legato al-Qaeda. Nei giorni scorsi un altro sito estremista ha pubblicato l'ultimo messaggio di Abu Yahya al-Libi, N.2 della rete terrorista, ucciso da un drone statunitense lo scorso 5 giugno nell'area tribale pakistana al confine con l'Afghanistan. In un filmato di 15 minuti, il leader lancia un appello a tutta la Siria ad unirsi ad al-Qaeda nella battaglia per sconfiggere il regime. "I siriani - afferma - devono abbandonare l'illusione di una fine pacifica del conflitto. Essi devono combattere Assad e la cospirazione ordita dagli Stati Uniti contro la rivoluzione islamica".
http://www.asianews.it/notizie-it/L'ascesa-di-al-Qaeda-nel-Mediterraneo-più-pericolosa-del-nucleare-iraniano-25037.html