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lunedì 23 aprile 2012

23 aprile: in Siria si fa memoria di San Giorgio

Indomito testimone, fortissimo difensore dei cristiani nella prova

Monastery of Saint George


  Siria, cristiani vessati dai ribelli

L’opposizione al regime impone la tassa islamica ai fedeli di Homs 

di Marco Tosatti  -  da Vatican Insider 21/04/2012

Da Homs, una delle città più travagliate dei mesi e nelle settimane passate dagli scontri fra l’esercito siriano e i ribelli giungono notizie che non fanno sperare in un futuro meno tragico per i cristiani di quel Paese, il giorno in cui la lunga dittatura del partito Baath, controllato dalla minoranza alawita del clan Assad dovesse finire. “L’esercito dell’opposizione impone la tassa islamica sui cristiani di Homs”; la notizia ha cominciato a circolare una settimana fa, e ha trovato conferma nei giorni scorsi.

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Allarme per i cristiani sotto tiro

“Il pericolo è che il fondamentalismo islamico, foraggiato da paesi esteri, si impadronisca della rivoluzione siriana"

21 -04-2012 da AGENZIA FIDES gravi notizie

Imperversano bande armate senza controllo: cristiani sotto tiro
Qusayr (Agenzia Fides) – Bande di miliziani islamici, senza controllo, imperversano nel conflitto in corso in Siria, uccidendo civili innocenti e prendendo di mira i cristiani. Lo confermano fonti dirette dell’Agenzia Fides in diverse località della Siria, che lanciano un allarme per il prosieguo della cosiddetta “rivoluzione siriana”.
La situazione è tragica nella città di Qusayr, nel Nord della Siria, nel distretto di Homs: bande di miliziani, nelle file dell’opposizione sirana, hanno completamente distrutto un'intera strada cristiana vicino alla chiesa cattolica. Il parroco è fuggito e “non c’è nemmeno la possibilità di seppellire i cadaveri” nota un fonte di Fides.
Si consumano terribili vendette contro chi prova a denunciare la situazione: il cristiano André Arbache, padre di famiglia di 30 anni, nel gennaio scorso è stato rapito perché suo fratello ha denunciato apertamente in tv le violenze delle bande armate. André è stato costretto ad arruolarsi nell’Esercito di Liberazione Siriano. Due giorni fa il suo cadavere è stato ritrovato a Qusayr, decapitato e abbandonato, straziato dai cani.
I cristiani sono vittime di sequestri: tre fedeli rapiti, Sate Semaan, Oussama Semaan e Assaad Nakhlé, sono stati lasciti dopo il pagamento di un pesante riscatto. Episodi simili sono registrati anche a Yabrud e Deir Atieh, nei pressi di Qara. “Nessuno sa bene chi sono questi miliziani: sappiamo solo che non hanno nessuno gerarchia e che sono divisi in bande armate, che cercano denaro e che non esitano compiere violenze e ruberie sui civili”, continua la fonte di Fides.
“Circolano notizie terribili di famiglie intere massacrate, e vi sono quanti istigano alla guerra confessionale”, prosegue. Il canale Tv salafita “Channel TV Safa Cheikh Arour” ha invitato l'Esercito di Liberazione siriano “ad attaccare i cristiani infedeli” a Saydnaya e Maaloula e a “perseguire i cristiani alleati con il regime”. In località come Qalamoun la coesistenza tra le diverse comunità, fino a ieri garantita, è fortemente minacciata e alcuni estremisti invitano a “tagliare qualsiasi rapporto con i cristiani”.

Si fa strada la militanza islamica nell’opposizione siriana
Dal “Giorno della dignità” al “Venerdì delle Armate dell’Islam”:sta tutto in questi due titoli, scelti per le manifestazioni dell’opposizione siriana, il sintomo di come la militanza islamica, wahabita e salafita, si sta facendo strada nelle file dei ribelli siriani. Come successo nelle esperienze della “Primavera araba” in Yemen, i dissidenti hanno scelto dare un titolo, ogni volta differente, alle manifestazioni di protesta di ogni venerdì. La prima giornata di protesta pubblica, nel marzo 2011, che inaugurò la rivolta, venne chiamata “Giorno della dignità” e indicava il desiderio di rinascita, di dignità, diritti e democrazia che c’è nei rivoluzionari.
A circa un anno dall’inizio delle sollevazioni popolari, come confermano fonti di Fides in Siria, la militanza islamica sta prendendo sempre più corpo: nella scelta del titolo per la manifestazione del 13 aprile scorso, operata tramite un sondaggio sul social network “Facebook”, nelle oltre 30mila risposte degli attivisti, il titolo più gettonato è stato a lungo “Venerdì delle armate dell’islam: salvezza della Siria”. Un chiaro segno di come, dalla base, stia crescendo una ideologia islamica che preoccupa tutte le minoranze religiose, inclusi i cristiani. Solo “sul filo di lana”, grazie all’intervento dei leader del “Consiglio della Rivoluzione Siriana”, la scelta è poi caduta sul nome “Una rivoluzione per tutti i siriani”.
“La vicenda e l’inneggiare alle armate dell’islam da parte di tanti attivisti è segno evidente che l’opposizione siriana è divisa e che l’anima islamica whahabita e salafita, incoraggiata da forze esterne, sta prendendo piede”, commenta allarmata un fonte di Fides nella comunità cristiana in Siria. “Il pericolo è che il fondamentalismo islamico, foraggiato da paesi esteri, si impadronisca della rivoluzione siriana: allora sarebbe la fine per le minoranze etniche e religiose, che già stanno soffrendo molto in Siria, nochè per il pluralismo culturale e religioso che caratterizza la nazione siriana”.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=38926&lan=ita